La mobilitazione dei
migranti di Paolo VI e il presidio alla prefettura dell'altra
settimana ha avuto, dopo l'incontro con la vice prefetto Trematerra,
uno sviluppo e un primo risultato.
Vi è stato un incontro
tra lo Slai cobas sc e rappresentanti dell'Associazione “Noi e
Voi”, su tutti i punti che i migranti avevano esposto lamentele,
l'Associazione ha dato delle risposte. Su alcune cose, ammettendo che
effettivamente c'erano e che su di esse si sta adoperando per
rimuovere; su altre ha fornito chiarimenti sullo stato della
situazione.
Verificheremo chiaramente
il tutto con i migranti stessi.
Nello specifico:
Sulla questione della
scarsità del cibo, i rappresentanti dell'Associazione hanno ammesso
che nei giorni precedenti era stato più di una volta scarso; per
questo si erano attivati e ora il ristorante che fornisce i pasti dà
quantità adeguate (questo ci era stato già confermato dagli stessi
migranti);
mentre sulla qualità del
cibo hanno escluso che vi possano essere prodotti scaduti, hanno
detto che 4 volte alla settimana cucinano gli stessi migranti per
fare pasti più vicini alle loro abitudini alimentari.
Sulla questione
dell'assistenza sanitaria, hanno ammesso una carenza di informazione,
e hanno informato di aver messo ora nel centro un prospetto dei
medici con i loro recapiti, a cui i migranti possono rivolgersi;
mentre hanno detto che comunque un medico andrebbe al centro una
volta al mese e che in caso di necessità gli operatori del centro
accompagnano i migranti dal dottore o al pronto soccorso; sulle
medicine hanno detto che hanno i farmaci che secondo le esigenze sono
necessari. Su questo lo Slai cobas ha comunque chiesto che siano
compresi nei farmaci ordinari anche creme per la pelle, attualmente
non previste ma necessarie ai migranti.
Sulla questione carenza
detergenti e detersivi, l'associazione ha affermato che darebbe una
dotazione ad ogni migrante ogni 10 del mese (1 flacone da 1 litro di
bagno schiuma, 1 dentifricio e spazzolino e una spugna); per i
detersivi vengono dati a richiesta.
Circa le docce,
effettivamente vi era state alcune docce non funzionanti e senza
acqua calda; ora questo problema sarebbe risolto e vi sono
funzionanti 5 docce.
Su questo già lo slai
cobas ha detto che comunque per i migranti attualmente al centro di
Paolo VI (93) queste non sono affatto sufficienti.
Ma su questo, come più in
generale sulla inadeguatezza della struttura di Paolo VI, che non ha
riscaldamento, e dove addirittura ultimamente hanno dormito 20
migranti in uno stanzone con finestre rotte, l'associazione,
ammettendo questa situazione negativa, ha informato che tra un mese e
mezzo si trasferiranno in un'altra struttura adeguata.
Infine, sui corsi di
italiano, a seguito della nostra richiesta, dal 10 di ottobre sono
iniziati per tutti i migranti e tenuti per 5 giorni alla settimana.
Sull'assistenza legale,
per cui effettivamente i migranti non erano messi a conoscenza di chi
sono gli avvocati che li seguono, l'associazione nell'incontro ha
fornito i nominativi di questi avvocati.
Ma è sul fronte proprio
dell'assistenza e dei diritti legali che vi sono i maggiori problemi.
L'associazione ha
informato di aver trasmesso alla questura le domande per il permesso
di soggiorno, con relativa richiesta di asilo politico e che, a
seguito di questo, la questura rilascia un attestato che ha validità
6 mesi, prorogabile per altri 6, che sostituisce l'attuale permesso
di soggiorno, il codice fiscale e la tessera sanitaria.
Buona parte dei migranti
avrebbe già questo attestato, per gli altri vi sono ritardi da parte
della questura. Circa il diritto d'asilo, nessun migrante finora,
nonostante la maggiorparte stia da maggio, sono stati convocati dalla
commissione. Nessun migrante ha comunque il documento di identità.
Restano infine alcuni
problemi su cui le assicurazioni date nell'incontro dall'associazione
non sono sufficienti: questo riguarda la costante informazione che
deve essere data ai migranti sui loro diritti, sul loro stato e
soprattutto la questione della chiamata della questura presso il
centro a fronte di lamentele dei migranti, ma su cui l'associazione
ha smentito di averlo fatto.
Lo Slai cobas sc
nell'incontro ha affermato su ogni cosa che il problema
dell'assistenza dei migranti non è solo di darla e darla dignitosa,
ma di trattare i migranti come protagonisti direttamente della loro
situazione, su cui devono poter loro essere parte attiva e decidere.
Questo spiega il ruolo
diretto e principale dei migranti nella mobilitazione per i loro
diritti, che per lo Slai cobas è un principio, e che invece per le
associazioni è visto malissimo; della serie: sono io che ti tutelo,
non tu che lotti per i tuoi diritti...
Dopo questo incontro lo
Slai cobas ha convocato per lunedì sera un'assemblea dei migranti
per verificare con loro se le cose dette dall'Associazione
corrispondono a fatti concreti migliorativi e per decidere insieme a
loro come procedere rispetto alle criticità (permesso di soggiorno,
documenti per tutti, diritto d'asilo), su cui l'Associazione non è
la principale responsabile.
Quello che occorre dire
però che ancora una volta, come è stato per la lotta dei migranti
del Bel Sit per i documenti, è la lotta diretta dei migranti, la
loro autorganizzazione, il loro venire allo scoperto con la denuncia
delle questioni, il racconto delle loro condizioni, l'arma in grado
di far uscire dal silenzio quello che avviene nelle strutture ormai
numerose in cui nella nostra città sono “depositati” i migranti
arrivati dai drammatici viaggi dei barconi.
Lo Slai cobas sc ha sempre
chiesto, e ribadisce, che queste strutture non possono essere fuori
dal controllo di chi realmente si occupa dei migranti in città e
soprattutto dello Slai cobas che conduce una battaglia per i diritti
dei migranti in tutte le realtà in cui è presente e lavora insieme
con tutte le strutture di lotta dei migranti nel nostro paese.
Per questo, ogni
risultato conseguito su questa strada costituisce un avanzamento
generale dell'accoglienza, della solidarietà, della trasformazione
dei migranti da soggetti passivi e vittime in protagonisti del loro
presente e del loro futuro.
Leggi governative e
sistema di gestione tengono volutamente fuori dai centri di
accoglienza il controllo popolare e l'organizzazione dei migranti, a
Taranto come in tutt'Italia, ed è vergognoso come alcune
associazioni si prestino ad essere i terminali di questo sistema.
Quindi, lo Slai cobas sc
continua a sua battaglia per organizzare i migranti in tutte le
strutture; e si tratta di autorganizzazione non di “iscrizione”
al sindacato, di lotta dura e aperta, come è stata quella del Bel
sit, e non di piccolo caboraggio di tessere e rappresentanze, di cui
altri organismi sindacali si sono fatti interpreti, per fermare la
lotta diretta dei migranti, dividerla, rinchiuderla, invece che farla
esplodere.
Nelle prossime settimane,
oltre che l'assemblea dei migranti di Paolo VI, sarà lanciata una
vasta campagna cittadina, per i documenti per tutti, per il diritto
d'asilo per tutti, ma anche per la chiusura dei Cie, dei Cara e nella
nostra città dell'Hotspot, un luogo sotto controllo militare,
assolutamente inaccettabile a Taranto come altrove.
Vogliamo costruire una
nuova iniziativa cittadina e portare una delegazione dei migranti di
Taranto all'importante manifestazione nazionale che si tiene a Roma
l'11 novembre.
Una manifestazione in cui
i migranti, da Ventimiglia a Taranto si uniscono, come si uniscono ai
braccianti delle campagne schiaviste in Puglia, agli operai della
logistica delle grandi città del centro nord che stanno lottando per
un trattamento da lavoratori e non da schiavi, contro feroci padroni
e padroncini che non esitano ad uccidere l'operaio immigrato che si
ribella.
Per dire tutti insieme:
No al razzismo, No allo
schiavismo,
Diritto di cittadinanza,
Libertà di circolazione,
Parità di condizioni con
tutti gli operai e i lavoratori italiani.
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