Le proteste dei detenuti e l'azione tempestiva di denuncia e mobilitazione dello Slai cobas hanno rotto il silenzio, non solo della stampa che ha dovuto parlare in termini reali della situazione dei detenuti, delle denunce dei loro familiari, ma ha provocato anche delle visite di parlamentari che hanno fatto in questi giorni ispezioni al carcere e hanno dovuto riconoscere, sia pure in forme molto blande e di atto dovuto, che le cose che denunciamo sono vere.
Lettieri e Liuzzi, parlamentari di centrodestra e membri di commissioni, hanno dovuto riconoscere che "sul piano del sovraffolamento, a Bari il divario tra capienza regolamentare ed effettiva è nettamente migliorato, mentre resta difficile la situazione a Taranto dove i detenuti sono il doppio della capienza; sul piano sanitario, a Taranto oltre 200 detenuti sono in terapia", e , di conseguenza, il sistema di assistenza è assolutamente insufficiente.
I parlamentari si sono però limitati a questo e poi continuano a ripetere le cose che non servono a risolvere questa situazione, anzi la fanno incancrenire. Il problema non sarebbe lo svuotamento delle carceri, con l'estensione delle misure alternative, ma l'aumento degli organici degli agenti di custodia, a cui si aggiunge l'ennesima promessa (che per noi è più una minaccia che una promessa) dell'apertura a breve di tre cantieri, di cui uno a Taranto, per estendere le carceri.
Quindi, l'emergenza continua, le risposte di governo e parlamento sono insufficienti,le denunce e le iniziative di lotta devono proseguire.
Un silenzio complice è invece quello del Sindaco e delle Istituzioni locali per cui sembra che il carcere di Taranto non appartiene alla città di Taranto.
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