'l'isola che vogliamo' è quella in cui non si sgomberano gli abitanti! massima solidarietà dello slai cobas per il sindacato di classe
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Case pericolanti, la protesta dopo l’ordinanza di sgombero
”
Dopo l’ordinanza di sgombero
I residenti delle case pericolanti: “Da qui non ci muoviamo
La protesta: “Altro che albergo. Vogliamo le nostre case”.
Otto edifici, ventuno famiglie, una trentina di minori e
un’ordinanza di sgombero. Nonostante il provvedimento firmato ieri dal
sindaco Stefàno, i residenti di città vecchia, che da quasi tre anni
vivono negli immobili sequestrati qualche settimana fa dalla Guardia di
Finanza, non intendono muoversi da lì: “A scopo precauzionale - ha
scritto il primo cittadino - ed a salvaguardia della salute e della
incolumità privata, si rende necessario eseguire con urgenza lo sgombero
coatto”.
Stamattina, le famiglie di via Di Mezzo, hanno tenuto
una conferenza stampa per spiegare la loro posizione. “Il Comune ci ha
mandato in queste case circa tre anni fa, doveva essere una soluzione
temporanea in attesa dell’assegnazione delle case ma ora vogliono
cacciarci fuori anche di qui”.
Le loro case sono finite sotto
sequestro nell’ambito dell’indagine per “truffa aggravata per il
conseguimento di erogazioni pubbliche”. Il loro timore è che, una volta
usciti dalle abitazioni ritenute pericolanti, per loro si apra una
futuro fatto di sistemazioni provvisorie e quelle che si definiscono
“soluzioni tampone”.
Queste le richieste ribadite questa mattina: “Nessuna soluzione temporanea (come soggiorni in alberghi,
in ostelli, in B&B o in appartamenti vincolati da contratti di
locazione temporanei) sarà accettata. Pretendiamo l’assegnazione urgente
e definitiva di case che rispettino le condizioni di ogni singolo
nucleo familiare, con documentazione che accerti, di forma sicura e
trasparente, l’idoneità e la stabilità delle stesse. Pretendiamo che gli
appartamenti oggetto di futura assegnazione siano previamente visionati
dai futuri abitanti. Pretendiamo che la pubblica amministrazione si
assuma l’obbligo di rispettare la scelta di quelle famiglie che
esprimono la volontà di restare nella città vecchia dunque, che si
attivi nel ricerca di soluzioni abitative idonee nell’isola. È
necessario, inoltre, operare per la messa in sicurezza degli stabili
sotto sequestro preventivo affinché possano essere riqualificati e
restituiti alla pubblica fruizione. Queste volontà devono essere
eseguite, senza condizioni, da chi ha la possibilità di poter provvedere
alla sistemazione di tutti i nuclei famigliari coinvolti che invitano
il sindaco a recarsi presso gli stabili oggetto di sgombero al fine di
visionare personalmente lo stato di degrado presente nell’area”.
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