(Da Il Quotidiano) - Un tuffo nella terra degli schiavi. Dove gli uomini sono costretti a spezzarsi la schiena in campagna per pochi euro ad ora. Per poi dormire di notte all’aperto o in un rudere, dove la terra è la cosa più pulita. Eccola qui l’altra faccia dell’accoglienza degli extracomunitari giunti a migliaia nel nostro paese. L’hanno illuminata i carabinieri di Massafra che l’altro giorno hanno ispezionato un’azienda agricola jonica insieme ai colleghi del Nucleo ispettorato del Lavoro. Militari e funzionari della direzione provinciale del lavoro sono andati a caccia dei “caporali” che si aggirano nelle nostre campagne.
Il blitz era finalizzato a colpire il fenomeno dello sfruttamento di manodopera tra i campi. Hanno inquadrato queste irregolarità, e per il responsabile dell’azienda sono scattate denuncia e multe per 52.000 euro. Ed uno straniero che fungeva da caporale è stato denunciato a piede libero. Ma i carabinieri hanno trovato soprattutto altro. Perchè hanno acceso i riflettori su una situazione squallida. In un’impresa agricola di Massafra sono stati trovati al lavoro 35 africani. Erano impiegati come braccianti agricoli. In tasca tutti avevano documenti che ne autorizzano il soggiorno in Italia per motivi umanitari. Disumana, invece, era la condizione in cui vivevano. Una parte era alloggiata in un vecchio rudere in disuso, privo di bagni, acqua e corrente elettrica. Altri erano accampati all’esterno di quel caseggiato, su materassi sudici o sotto rudimentali coperture sintetiche, in condizioni igieniche vergognose... alcuni braccianti occupavano quel sudicio rudere da oltre 20 giorni, su espresso consenso del proprietario del terreno, che provvedeva ai rifornimenti di acqua per le esigenze primarie. Acqua che spesso veniva tirata su da un pozzo artesiano.
Gli stessi malcapitati hanno anche incastrato un connazionale. Sono stati loro a raccontare che quel compagno svolgeva il ruolo di “caporale”....
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