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L'Altoforno 1 è fermo da dicembre del 2012 in ossequio alla prescrizioni dell’Aia che ne prevedeva la manutenzione straordinaria. Dopo il revamping ripartirà con la totalità degli adeguamenti ambientali completati. I principali interventi effettuati sono l’ammodernamento e la depolverazione del campo di colata, la depolverazione stockhouse, la condensazione dei vapori loppa e la chiusura dell’edificio stockhouse 1. Compreso nei lavori anche l’adeguamento antisismico.
Con il riavvio di Afo 1 e il conseguente riavvio dell'acciaieria 1, la capacità produttiva dello stabilimento Ilva di Taranto raggiungerà il 60% circa del proprio valore massimo, con una previsione annuale di sei milioni di tonnellate. L’impatto occupazionale è di circa 400 persone.
L’altoforno 1 - pur rimanendo chiuso il numero 5, il più grande d’Europa - da solo produrrà circa 5.400 tonnellate giornaliere di ghisa mentre lo stabilimento con gli altoforni 1, 2 e 4 in marcia produrrà circa 17 mila tonnellate al giorno di acciaio. Il riavvio, secondo fonti aziendali, «sarà effettuato utilizzando una procedura consolidata a livello internazionale, con l'obiettivo di minimizzare gli impatti ambientali e di sicurezza legati agli inevitabili transitori associati all'avvio di un altoforno. Per esempio potrebbero esserci emissioni dal tetto dell’impianto, ipotizzate nel corso dei tavoli istituzionali, non presenti in marcia normale... la ripartenza potrebbe determinare inconvenienti, anche di natura ambientale, legati proprio al riavvio...
Intanto sono già tornati in servizio gli addetti che erano in contratto di solidarietà, ammortizzatori legati proprio alla fermata dell’altoforno 1. Si tratta di oltre 400 persone tra operai dell’Afo 1 e quelli dell’acciaieria 1, collegata alla linea di produzione dell’altoforno. Sono state 43 le aziende che hanno lavorato al rifacimento dell'altoforno 1. E intanto nella prossima busta paga, in pagamento il 12 agosto, i lavoratori dell'Ilva sottoposti a contratto di solidarietà riceveranno non soltanto l’integrazione salariale al 70% (così come previsto dal decreto Milleproroghe) ma anche gli arretrati dal mese di gennaio. Lo ha comunicato ieri l’azienda alle organizzazioni sindacali. Attualmente sono circa 3500 gli operai che usufruiscono dell'ammortizzatore sociale. L'accordo sindacale prevede un numero massimo di 4.074 di lavoratori in solidarietà.
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