Ieri mattina alla negazione del diritto che stanno chiedendo i migranti del Bel Sit e Hotel Roxana, si è aggiunto, e proprio non ci voleva, l'impedimento al diritto di informazione e di riunione di questi migranti.
I coordinatori dello Slai cobas si erano recati presso la struttura del Bel Sit per dare una informazione ai migranti in merito all'ultimo incontro in prefettura e decidere insieme iniziative successive (questo tipo di riunione era già avvenuta giorni prima senza alcun problema e vi aveva partecipato anche un'operatrice dell'Ass. Salam). Ma ieri dopo un pò sono arrivate due operatrici dell'Associazione per dire che i migranti non potevano riunirsi e che i coordinatori dello Slai cobas dovevano andare via, minacciando di chiamare la polizia. Questa diversa reazione ha avuto tutta l'aria di una ripicca alla denuncia di "razzismo" fatta sugli striscioni dagli immigrati nella manifestazione del 28 luglio.
Per evitare problemi ai migranti, insieme si è deciso di continuare la riunione fuori dal Bel Sit e questa in effetti c'è stata. Ma alla fine della riunione è arrivata la Digos che non solo ha sbraitato che si sarebbe trattata addirittura di manifestazione non autorizzata (solo perchè i migranti si erano spostati insieme lungo la strada provinciale per qualche decina di metri), ma più grave è stato che hanno atteso l'andata via dello Slai cobas per tornare dai migranti del Bel Sit e cercare di portare in questura alcuni di loro per "verbalizzare quanto era accaduto al mattino". Solo la reazione compatta e tranquilla dei migranti lo ha impedito.
Ciò che dà fastidio è il fatto, come ha detto un funzionario della Digos, che per più di un anno al Bel Sit i migranti sono stati "buoni" e ora con lo Slai cobas hanno cominciato a richiedere i loro diritti.
Segue la lettera che lo Slai cobas ha trasmesso ieri al Questore e alla Digos
TA.
4.8.15
AL
QUESTORE
AL
DIRIGENTE DELLA DIGOS
TARANTO
La
scrivente O.S., circa l'episodio di questa mattina, precisa che non
vi è stata alcuna manifestazione di migranti sulla litoranea,
all'altezza del Bel Sit, né alcuna iniziativa che richiedesse un
preavviso presso la Questura.
Si
è trattato unicamente di uno spostamento volontario di alcune decine
di migranti, ospitati al Bel Sit, dalla struttura a una zona libera
vicina, al fine di completare l'ascolto di alcune informazioni in
merito all'incontro in prefettura del 30 luglio scorso che stavano
facendo i coordinatori dello Slai cobas.
Tale
spostamento è avvenuto unicamente perchè due operatrici
dell'Associazione Salam hanno impedito che questa informazione
avvenisse presso il Bel Sit. Di conseguenza, onde evitare problemi
con l'associazione, ci si è spostatti fuori dalla struttura.
Durante
tale spostamento, di poche decine di metri, i migranti hanno
camminato sui lati della strada, sul marciapiede dove questo esiste;
in ogni caso, non creando alcun disturbo o ostacolo alla circolazione
delle macchine.
Dopo
l'informativa, durata poco più di una decina di minuti, i migranti
sono tornati nella struttura sempre non ostacolando in alcuna maniera
il traffico.
I
migranti del Bel Sit sono liberi di spostarsi dove vogliono durante
la giornata, cosa che fanno normalmente, anche in gruppi, e
chiaramente senza bisogno di chiedere alcun permesso alla questura. E
quindi, la loro presenza lungo la litoranea non può chiaramente
essere oggetto di intervento di ordine pubblico.
Questa
mattina è avvenuto appunto uno spostamento, tra l'altro, ripetiamo,
di poche decine di metri.
Nello
stesso tempo, la scrivente sottolinea che in quanto liberi i migranti
del Bel Sit hanno tutto il diritto di ricevere visite; pertanto
l'Associazione non può vietare loro di ricevere persone, esponenti
del sindacato, ecc. Solo per responsabilità dei migranti e dello
Slai cobas si è deciso questa mattina di non rimanere nella
struttura e di spostarsi fuori.
Ma
questo lede un diritto di informazione dei migranti.
Per
quanto sopra chiediamo che alcuna segnalazione venga fatta da codesta
Questura.
Sarebbe
assurdo: i migranti chiedono diritti previsti dalla legge (diritto ad
avere i documenti di identità, assistenza legale, ecc.) e invece di
ottenerli devono vedersi controllati e impediti di muoversi
normalmente.
Chiediamo,
invece, che tutte le Istituzioni si adoperino per garantire i diritti
di legge previsti per i migranti, compresa la libertà di ricevere,
dove abitualmente vivono, esponenti sindacali, legali, ecc. che
possano essere utili alle loro richieste.
SLAI
COBAS per il sindacato di classe
Calcderazzi
Margherita
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