venerdì 7 agosto 2015

Migranti sul ponte in corteo a Taranto

Riuscita e partecipata manifestazione giovedì mattina dei migranti, appoggiati dallo Slai Cobas, che chiedono i loro diritti negati finora come la carta d'identità, la tessera sanitaria e addirittura il poket money di euro 2,50
Sono di questa mattina le immagini, immagini che colgono tutta l'esasperazione la rabbia e perchè no anche la delusione di questi ragazzi che, vedendosi scampare la morte in mare per via della lunga traversata che hanno affrontato per arrivare fin qui, vedono calpestati i loro elementari diritti in quanto esseri umani.
Tutti questi ragazzi, la maggior parte poco più che ventenne, vengono ospitati in strutture situate sulla litoranea e più precisamente presso l'hotel Bel Sit e l'hotel Roxana e seguiti dall'Associazione Salam con alcuni ormai ospitati da piùdi un anno; e fin qui ci sarebbe da dire "tutto bene". Ma non è proprio così, perchè a questi migranti vengono negati diritti fondamentali come la carta d'identità, la tessera sanitaria e addirittura non percepiscono da mesi nemmeno il poket money, che per i più disinformati significa euro 2.50 cifra rimanente dei famosi 40 euro al giorno dati ai migranti e che invece si "pappano" chi li gestisce.
Tutto questo nella normalità dovrebbe essere svolto dall'associazione "Salam" che gestisce i migranti ospitati nelle strutture ma nella realtà le cose sono diverse, ovvero l'associazione si rifiuta di attivarsi per fornire i documenti indispensabili a questi migranti e non eroga da mesi nemmeno il misero contributo che rimane di euro 2.50. Siamo di fronte al metodo Mafia Capitale? Sarebbe da domandarsi.
Lo Slai Cobas coglie e appoggia la denuncia pubblica fatta da questi ragazzi, un sopruso, una discriminazione, un calpestare e negare i loro diritti messa in atto da questa associazione.
Questa mattina c'è stato un primo incontro al comune dove ha partecipato una delegazione di migranti insieme ai rappresentanti dello Slai Cobas, seguito poi da un folto corteo vivace e allo stesso tempo rabbioso terminato sotto la Prefettura dove c'è stato un altro incontro che non ha risolto del tutto i problemi ma rappresenta un altro piccolo passo avanti. Ora bisogna che le parole si traducano in fatti.

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