"...La situazione all’ex Ilva in questi giorni sta cambiando. I padroni delle siderurgie che sono stati abbastanza compatti dietro l'ipotesi Urso; sia nelle recenti dichiarazioni del Presidente della Federazione Acciai, Gozzi, uno dei pezzi forti della Confindustria, sia il Sole 24 Ore, dicono che la via che il Governo sta intraprendendo in queste ore di riconferma dell'impegno verso gli azeri sarebbe una via discutibile e controproducente rispetto alla soluzione effettiva del problema dell'acciaio, dell’Ilva.
Si stanno accentuando tutte le caratteristiche che richiedono la mobilitazione dei lavoratori.
Il fatto che i sindacati rispondano con uno sciopero di quattro ore, da un lato chiaramente non potevano non farlo a fronte di un massiccio aumento della cassa integrazione e delle nuove notizie che pongono ulteriormente in crisi la soluzione del governo; dall’altro perché si rendono conto che in questa situazione o i lavoratori tornano in campo oppure sono fottuti.
Noi pensiamo che si apra una stagione di scioperi all'interno dell'Acciaieria e di acutizzazione dello sconto di classe. Per questo lavoreremo, e occuperemo tutti gli spirali necessari di queste possibilità di lotte per rovesciare i “tavoli”.
E su questo siamo più ottimisti, adesso più di prima, a fronte della situazione che si va aggravando.
All'Ilva oseremmo dire che il “tanto peggio, tanto meglio” è una politica giusta, perché senza che i lavoratori tornino a muoversi diventa difficile qualsiasi soluzione, sia su fronte delle rivendicazioni di lavoro, sia su fronte della salute e sicurezza.
Ora c'è bisogno, necessità della lotta e su questa lotta si gioca la partita e non su altri tavoli che non siano quelli della lotta.
Su questo evidentemente pensiamo che l'aggravamento della crisi, il venire allo scoperto delle proposte del governo come aria fritta, che non danno soluzioni neanche sull'effettiva ripresa dello stabilimento; l'aggravamento della condizione ambientale con la consegna agli azeri per la nave per il gas che porterà più inquinamento, che in realtà i “signori” del governo stanno lavorando per noi.
Noi pensiamo che le cose a breve cambieranno radicalmente nella percezione, qui a Taranto, della vicenda Ilva. Chiaramente è necessario che il cambio di percezione si traduca in iniziative di lotta perché è solo la lotta che può richiamare l'attenzione, che attualmente non c'è, anche dell'universo del sindacalismo di base che non esiste in questa fabbrica, se non nella versione deformata dell'USB, e non esiste neanche a livello nazionale sulla questione Ilva. E questo non va affatto bene a fronte della più grande fabbrica in Italia, con il più alto numero di operai.
Siamo in una situazione per cui sull'immediato occorrono risposte, ma la prospettiva è di medio e lungo periodo.
Noi siamo impegnati anche a svolgere un'informazione nazionale, e lavoriamo per un appuntamento nazionale a Taranto per l’ampliamento di questa centrale battaglia. Ma in questo momento non ci sono ancora le condizioni perché a Taranto facciamo una riunione con invito agli altri lavoratori di altre realtà nazionali, perché occorrono che si accumulino una serie di fatti, soprattutto dal punto di vista delle lotte all'interno dello stabilimento.
Ora bisogna lavorare all'interno dei lavoratori nella fase che è interessante, molto interessante..."
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