Info da Corriere di Taranto - stralci
di Gianmario Leone
pubblicato il 24 Maggio 2025, 07:52
Tre le questioni che sono state affrontate in udienza (23 maggio . ndr)
Anzitutto, le parti civili hanno chiesto al giudice per l’udienza preliminare, Francesco Valente, che la loro costituzione fosse estesa anche nei confronti dei responsabili civili citati; il giudice, su questo punto, ha ammesso l’effetto estensivo solo per quelle costituzioni che già ab origine facevano riferimento – in punto di petitum, causa petendi e richieste risarcitorie – alle società costituite come responsabili civili.
(lo Slai cobas dall'origine ha fatto riferimento ai responsabili civili, Regione e società Riva . ndr)
A seguire, i responsabili civili – tra cui la Società Riva e la Regione Puglia – hanno chiesto di essere esclusi dal processo... fondando la richiesta in via principale sulla loro mancata partecipazione al decisivo incidente probatorio.
Da ultimo, la difesa Vendola ha sollevato una questione di competenza territoriale in relazione al capo CC., chiedendo la trasmissione degli atti al Tribunale di Bari....
Il giudice si è riservato la decisione sulle ultime due questioni (esclusione responsabili civili e competenza territoriale), che scioglierà alla prossima udienza, fissata per il 13 giugno.
Ricordiamo che il Giudice delle udienze preliminari (Gup) del tribunale di Potenza Francesco Valente, con un’ordinanza del 13 maggio a scioglimento della riserva assunta in esito all’udienza del 4 aprile 2025, ha stabilito le parti civili ammesse al dibattimento di primo grado del processo ‘Ambiente Svenduto’ che si celebrerà presso il tribunale lucano.
L’ordinanza escluse le parti civili che non si sono costituite nel nuovo giudizio a Potenza e che si sono limitate ad invocare l’immanenza della loro precedente csotituzione a Taranto. Non sono poche, viste le tantissime richieste arrivate.
Rispetto all’ordinanza del gpu Valente non è però esclusa la possibilità che alcuni legali degli imputati ricorrano in Cassazione, a fronte del fatto che, secondo una prima interprtezione, la stessa parrebbe ‘debole’ nel non pretendere, dopo la riforma Cartabia, che la costituzione di parte civile non espliciti la cuasa della sua proposizione secondo i contenuti sostanziali dell’azione risarcitoria civile, come richiesto dalla sentenza dell’ottobre del 2023 della Cassazione a Sezioni Riunite.
Nessun commento:
Posta un commento