Altri soldi per Taranto, pioggia di effetti speciali
Legge speciale, decarbonizzazione, Paisiello e Tamburi
di Enzo Ferrari*
La notizia arriva dal consigliere regionale Gianni Liviano: nella commissione bilancio della Regione sono stati approvati 1.700.000 euro per Taranto.
Così ripartiti: 300mila euro per lavori preparatori Legge speciale per Taranto; 700mila euro per il Paisiello; 200mila euro per lo studio della decarbonizzazione; 500mila euro per lo studio dell’impatto degli inquinanti sui bambini dei Tamburi. Fin qui la scarna notizia. Ora, fatti salvi i 700mila euro per il Paisiello, istituzione che merita sostegno concreto per il contributo alla formazione dei giovani e alla crescita culturale della città, delle altre voci diventa difficile comprendere l’utilità.
Già il fatto di stanziare 300mila euro solo per «lavori preparatori» della legge speciale per Taranto più di qualche perplessità la desta.
Una legge, evidentemente ancora allo studio e ideata a pochi mesi dalla campagna elettorale per le comunali, che nelle intenzioni dovrebbe «rafforzare il sistema delle competenze e delle dotazioni pubbliche ed istituzionali per aumentare la capacità di visione e tecnica ed operativa degli attori pubblici locali; avvicinare le competenze ordinarie ed operative della Regione Puglia al governo dei fattori territoriali; rafforzare i processi di partecipazione attiva della comunità territoriale al confronto pubblico sul destino e sul futuro della città e del suo comprensorio».
Tutto un po’ fumoso, decisamente. Con l’aggiunta che questa ipotesi viene lanciata quando esiste sul tavolo il Contratto Istituzionale di Sviluppo, che stanzia risorse proprio per il conseguimento di quegli obiettivi che, se raggiunti, offirebbero concrete opportunità di diversificazione dello sviluppo dell’economia ionica. Certo, non azioni esaustive ma almeno un utile avvio di percorso. I 200mila euro per lo studio della decarbonizzazione sono poi una contraddizione in termini. Da tempo il presidente Emiliano sbandiera questa ipotesi per lo stabilimento siderurgico, nonostante le perplessità dei tecnici che di siderurgia se ne intendono davvero. Il governatore ha portato in giro per l’Italia la sua idea di decarbonizzare l’Ilva e lo ha fatto con una tale energia da far pensare che avesse già a disposizione robusti studi scientifici a sostegno della sua proposta. Evidentemente così non deve essere se ora sorge la necessità di finanziare approfondimenti su questo processo produttivo.
Infine, i 500mila euro «per lo studio dell’impatto degli inquinanti sui bambini dei Tamburi». Il riferimento pare essere alle risultanze delle analisi dell’Istituto Superiore di Sanità dalle quali emergerebbe l’incidenza dell’inquinamento sulle capacità cognitive dei bambini più esposti. Per quanto nobile possano essere le finalità della Regione, c’è da sottolineare che probabilmente di studi ce ne sono già abbastanza. L’ultimo, appunto, quello dell’Iss che segue di un mesetto quello prodotto dalla stessa Regione. Forse più che sugli studi di situazioni acclarate, è sulla neutralizzazione degli inquinanti che bisognerebbe intervenire. Ma è anche comprensibile che a pochi mesi dalle elezioni a vincere, più che le buone pratiche, finisca per essere la tentazione di stupire con effetti speciali. Stupisce meno che a votare questa raffica di cifre sparate negli occhi dei tarantini sia stato anche il M5S: la demagogia dei soldi fatti piovere dal cielo non ha confini di partito.
Enzo Ferrari
Direttore responsabile
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