Ilva, firmato l'accordo: dal Quotidiano
cassa integrazione per un massimo di 3.300 lavoratori, a rotazione
Firmata al Mise l'intesa per i siti Ilva di Taranto e Marghera. L'accordo tra azienda, sindacati, ministero dello Sviluppo e ministero del Lavoro prevede il ridimensionamento dei lavoratori in Cigs entro un massimo di 3.300 unità, 3240 per Taranto e 60 per Marghera da attuare con meccanismi di rotazione. L'accordo raggiunto prevede verifiche periodiche della gestione della Cigs in funzione dei volumi produttivi. Si riduce quindi a un massimo di 3.300 il numero di persone coinvolte con una media di 2.500, a rotazione, negli ammortizzatori sociali. È il risultato più importante del Tavolo convocato dal Governo sull'Ilva, presieduto dalla viceministro Bellanova, volto a trovare un accordo tra azienda e parti sociali. A essere interessati a rotazione, come indica l'accordo sottoscritto, i reparti a monte e valle dello stabilimento di Taranto e delle altre unità produttive tra cui Marghera a cui sono destinate le lamiere e coils dello stabilimento di Taranto. Grazie alle risorse (24 milioni) già allocate nel Decreto Mezzogiorno, approvato in via definitiva nelle scorse settimane, rimane invariato rispetto al 2016 il trattamento di indennità dei lavoratori, che in questo modo avranno garantito il 70% della retribuzione.
«Un risultato importante e per nulla scontato. In continuità con l'attenzione messa in campo dal Governo Renzi, abbiamo mantenuto gli impegni assunti nei confronti dei lavoratori. Continueremo a monitorare la situazione con incontri bimestrali dedicati che io stessa presiederò, come ho proposto alle parti», commenta a caldo Teresa Bellanova, al termine dell'incontro cui ha partecipato la Direzione competente del ministero del Lavoro. «Non sfugge a nessuno - prosegue - la delicatezza del momento e la sua crucialità anche in relazione agli sviluppi futuri. D'altra parte è evidente come l'attività di impresa nel settore dell'acciaio sia ancora adesso fortemente influenzata dal protrarsi della crisi economico-finanziaria internazionale e dal progressivo deterioramento del mercato di riferimento in Europa».
«Nonostante ciò, e a maggior ragione proprio per questo, abbiamo condotto in questi mesi un lavoro silenzioso e rigoroso per mettere al riparo il reddito di tutti coloro che saranno coinvolti in processi di ristrutturazione e per dare un futuro all'Ilva. Nelle prossime settimane, come noto, giungerà a conclusione il percorso di formulazione dell'offerta da parte delle cordate di investitori. Ci conforta rilevare che l'interesse delle due cordate di investitori all'acquisto dei compendi industriali del Gruppo Ilva è alto, come emerge dalla stampa delle ultime settimane dove gli stessi si sono indirettamente confrontati. Le cordate stanno ora predisponendo l'offerta definitiva e pertanto, allo stato, i piani industriali non sono noti, come non è noto il prezzo di offerta. Ricordo, a scanso di ogni equivoco, che anche i piani ambientali dei due investitori devono essere adattati alle prescrizioni del Parere sicchè è impossibile aprire confronti sui contenuti delle due offerte che alla procedura di amministrazione straordinaria perverranno, in busta chiusa, solo il 3 marzo per essere poi oggetto, nei successivi 30 giorni, di valutazione», conclude.
Il Governo, inoltre, si è impegnato a riconvocare le parti entro la seconda decade di marzo per una informativa relativa in merito alle offerte di acquisto dell'Ilva.
«È un accordo assolutamente importante che mette in sicurezza i lavoratori e garantisce loro un percorso concordato nei prossimi mesi». È il segretario nazionale Fim, Nicola Alberta, a commentare l'intesa sulla procedura di cassa integrazione straordinaria per gli stabilimenti Ilva. «L'accordo assicura il loro reddito durante tutta la fase prossima, che sarà molto impegnativa per i lavoratori, caratterizzata dagli scenari della vendita e del nuovo piano industriale», prosegue sottolineando come Fim Fiom e Uilm siano riusciti «ad alleviare l'impatto su tutti i lavoratori e in particolare su quelli che in questi anni hanno maggiormente pagato la crisi in prima persona, con la definizione di un sistema di rotazione certo ed esigibile, sostenuto dalla formazione professionale». E positivamente la Fim giudica anche il prossimo incontro il Governo prima della conclusione dell'assegnazione tra le proposte industriali in campo «che risponde alla richiesta sindacale del pieno coinvolgimento nella costruzione dello sviluppo industriale sostenibile del gruppo Ilva».
Il cammino per garantire prospettive e rilancio industriale è ancora lungo, ma l'accordo di oggi rappresenta un passo ulteriore in questa direzione.Si è appena concluso l'incontro tra il viceministro Teresa Bellanova, le Organizzazioni sindacali, la Direzione Ilva e la Regione Puglia sugli ammortizzatori per i lavoratori dei siti Ilva di Taranto e Marghera, che ammontano dopo l'interruzione della trattativa la scorsa settimana. Dopo una lunga discussione sui vari punti, è stata raggiunta in serata un'intesa sulla procedura di cassa integrazione straordinaria avanzata originariamente dall'azienda per 4.984 lavoratori su un totale di oltre 10.000 lavoratori interessati. Fim, Fiom e Uilm hanno sottoscritto l'intesa in quanto coerente con le richieste avanzate nel corso del negoziato. L'accordo prevede un tetto massimo di Cigs legata alla procedura di amministrazione straordinaria di Ilvaspa pari ad un numero massimo di 3300 lavoratori (3240 Taranto, 60 Marghera) con sospensioni medie pari a 2465 a Taranto e 35 nel sito di Marghera. I lavoratori impiegati sugli impianti che saranno interessati a marcia ridotta saranno coinvolti in una rotazione bi-settimanale. Per i circa 800 lavoratori addetti al tubificio, tubificio ERW, rivestimenti, e PLA del sito tarantino, nei periodi di fermo produttivo, è definita una rotazione certa di una settimana lavorativa a fronte delle sei di Cassa. Per quanto riguarda la formazione, ILVA si è resa disponibile a una giornata di formazione aggiuntiva in alternativa alla sospensione e a valutare la proposta della Regione Puglia in merito ad un tavolo tecnico per esaminare ulteriori percorsi di strumenti formativi utilizzabili.
Il viceministro Bellanova ha confermato lo stanziamento per il 2017 di 24 milioni di euro per garantire la copertura del 70% della retribuzione dei lavoratori interessati e la maturazione dei ratei di incidenza retributiva come nella condizione dei CDS. Non ci sono invece disponibilità della regione Puglia, come invece era successo per i lavoratori dell'Ilva di Genova, per l'integrazione del 10% della retribuzione. Oltre all'incontro di verifica sulla prossima vendita dell'azienda, la scadenza per la presentazione delle proposte definitive è il prossimo 3 marzo, si prevedono verifiche trimestrali in sede di Ministero dello Sviluppo di monitoraggio dell'accordo sulla Cigs e sull'andamento aziendale.
Con l'accordo sulla cigs per l'Ilva, commenta il segretario nazionale Fiom-Cgil Rosario Rappa, «il viceministro Bellanova si è impegnata da subito dopo la presentazione dei piani industriali, previsto per il 3 marzo prossimo, ad attivare un tavolo permanente di confronto con le organizzazioni sindacali al fine di monitorare il percorso di aggiudicazione dell'Ilva.» La Fiom «giudica positivo l'accordo sottoscritto e domani riunirà tutti i delegati dello stabilimento di Taranto per illustrare i contenuti dell'accordo, acquisirne la validazione e sciogliere la riserva
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