venerdì 17 febbraio 2017

LA POLIZIA DI TARANTO VORREBBE PROTEGGERE LE DONNE DALLE VIOLENZE - MA STIAMO SCHERZANDO?! NEL MOVIMENTO DELLE DONNE E' NECESSARIO CHIAREZZA E LOTTA CONTRO LE POLITICHE DI MILITARIZZAZIONE

Lo Stato, il Ministero degli Interni ha colto la giornata del 14 febbraio (S. Valentino), per lasciare l'unica parola, nelle televisioni, giornaliradio, sui giornali, contro i feminicidi, gli stupri, le violenze sessiste, fasciste che subiscono le donne, alla Polizia di Stato. Hanno poi prodotto anche dei volantini per autopropagandarsi
A Taranto, la Polizia ha fatto anche di più. Ha diffuso un volantino con numero telefonico del "centro antiviolenza" della Questura
A parte la tragica ironia che dovrebbero difendere le donne e dare "consigli" alle donne proprio chi, umiliando le donne che denunciano violenze, persecuzioni, è corresponsabile di tanti femminicidi (e proprio qui a Taranto troppi femminicidi, avvenuti dopo denunce per stalking lasciate nei cassetti, ne sono una drammatica testimonianza)  - questa campagna è la dimostrazione che la risposta di questo Stato verso le donne è solo da Stato di polizia, in una logica di controllo, di politiche securitarie, di repressione, come è stato con la legge sul femminicidio, come è recentemente anche nel decreto Minniti che strumentalizza i numeri dei femminicidi, stupri per attuare "zone rosse", fare città sotto controllo militare, colpire le nostre sorelle prostitute.

Il governo, da parte sua, che fa? Taglia i fondi ai centri antiviolenza gestiti da associazioni di donne, ma evidentemente non per un problema solo di taglio dei fondi sociali, ma all'interno della politica del Ministero degli Interni di considerare "centro antiviolenza" le sedi delle questure!

Riportiamo un passaggio di un  articolo "Le articolazioni della lotta di classe nella fase "globale" dell'imperialismo" di Marco Morra (dal Libro 'Crisi, governance, imperialismo'), utile per capire la fase dell'azione dello Stato, dei governi:
"Alle trasformazioni delle funzioni economiche e sociali dello Stato corrispondono... determinate forme di governo della popolazione, corrisponde l'esclusione delle classi subordinate dalla dimensione del "politico", la fine del paradigma socialdemocratico fondato sull'ottenimento del consenso politico di vasti strati delle masse subalterne, sostituito da un paradigma repressivo, che si manifesta nella generale recrudescenza della repressione e del controllo, nella tendenza alla militarizzazione securtiva dei territori e delle metropoli, nella sospensione della democrazia e nel progressivo disfacimento di tutti i diritti politici e sociali"

Questa militarizzazione della risposta di questo Stato borghese alle violenze sessuali contro le donne, che inevitabilmente aumenterà la condizione di oppressione generale delle donne, dovrebbe far aprire gli occhi a tante, ai tanti centri antiviolenza che, oggi, nella mobilitazione sotto la sigla di "nonunadimeno", chiedono al governo un passo indietro su quei tagli e maggiori fondi. Mostrando nei fatti o una tragica illusione, una incomprensione della marcia di questo sistema capitalista verso un moderno fascismo, un moderno medioevo per le donne; o, peggio, una colpevole, politica che se passa toglierebbe forza alla potenzialità di rottura che può portare questo nuovo grande movimento delle donne.
Non si tratta solo di "riformismo" che, anche se volto sinceramente a migliorare la condizione delle donne, frena di fatto la marcia necessaria verso la rivoluzione - unica via per la liberazione delle donne, ma oggi, nella fase del moderno fascismo, di militarizzazione degli interventi dello Stato, si tratta di "riformismo senza riforme".
Questo deve far riflettere anche sui discorsi, che trovano spazio anche tra le ragazze, che propongono come principale, contro le violenze sessuali, il sessismo, azioni di educazione.
Ma "Chi educa chi?". Come dei "centri antiviolenza" se ne vogliono appropriare le Questure, a chi il governo, questo Stato darebbe fondi per progetti di "educazione"? Tra un poco ci potremo trovare la polizia nelle scuole (in coerenza tra l'altro con la politica reazionaria della "buona scuola")!
Quindi, attenzione. Le stesse rivendicazioni, obiettivi del movimento delle donne (di cui si è discusso e se ne discuterà ancora nelle assemblee di "nonunadimeno"), non possono prescindere dalla lotta esplicita contro questa politica di militarizzazione, non possono essere ciechi e non comprendere che ogni rivendicazione del movimento delle donne senza una lotta "senza se e senza ma" contro l'intero sistema, non farebbe che accompagnare le sue tragiche politiche. 
Se la violenza sessuale è sistemica, strutturale, la lotta deve essere sistemica, per rovesciare il sistema capitalista. E su questo le donne sono una forza poderosa!

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