Corrispondenza n.2 giornata del 27
luglio. Dal ponte girevole
"Se ieri è stata la giornata dell'invasione operaia della città, oggi è il giorno dell'assedio e paralisi completa. Dalla mattinata sono bloccati gli accessi alle statali per Bari e Regio Calabria, il ponte girevole e il ponte Punta Penna (accesso alle strade da e per Brindisi).
Oggi a Taranto non si entra e da Taranto e non si esce, se non son estrema difficoltà, nè dentro Taranto è facile muoversi.
La mattinata si è aperta con l'assemblea generale all'esterno della portineria D nella quale sono calati o segretari nazionali Palombella e Landini, da cui gli operai hanno ascoltato parole che hanno lasciato poca chiarezza e nessuna fiducia.
Subito dopo sono ripresi i blocchi in tutti i punti strategici per l'accesso e uscita da Taranto. In poco tempo la paralisi della circolazione è stata completa.
Tra gli operai, i numeri sono inferiori a quelli di ieri, anche per la dispersione e distanza tra i diversi punti presidiati, resta la stessa confusione di idee e prospettive, ma crescono determinazione e l'insofferenza verso i presunti rappresentanti istituzionali e sindacali. Poche, quasi bandite, bandiere e striscioni.
Buona invece l'accoglienza verso il manifestino dello slai cobas per il sindacato di classe, anche oggi al fianco degli operai in lotta, e le sue parole d'ordine che indicano lavoro e salute come entrambi irrinunciabili, ma anche i responsabili che devono pagare: i padroni, Riva e i tutti i loro amici e complici.
Verso mezzogiorno arriva un camioncino con un lungo rotolo di telo retinato e pali innocenti con cui gli operai costruiscono una specie di porticato lungo tutto un lato del ponte, per ripararsi almeno in parte dal sole a picco. Segno che vogliano andare avanti col blocco ancora per molto.
"Se ieri è stata la giornata dell'invasione operaia della città, oggi è il giorno dell'assedio e paralisi completa. Dalla mattinata sono bloccati gli accessi alle statali per Bari e Regio Calabria, il ponte girevole e il ponte Punta Penna (accesso alle strade da e per Brindisi).
Oggi a Taranto non si entra e da Taranto e non si esce, se non son estrema difficoltà, nè dentro Taranto è facile muoversi.
La mattinata si è aperta con l'assemblea generale all'esterno della portineria D nella quale sono calati o segretari nazionali Palombella e Landini, da cui gli operai hanno ascoltato parole che hanno lasciato poca chiarezza e nessuna fiducia.
Subito dopo sono ripresi i blocchi in tutti i punti strategici per l'accesso e uscita da Taranto. In poco tempo la paralisi della circolazione è stata completa.
Tra gli operai, i numeri sono inferiori a quelli di ieri, anche per la dispersione e distanza tra i diversi punti presidiati, resta la stessa confusione di idee e prospettive, ma crescono determinazione e l'insofferenza verso i presunti rappresentanti istituzionali e sindacali. Poche, quasi bandite, bandiere e striscioni.
Buona invece l'accoglienza verso il manifestino dello slai cobas per il sindacato di classe, anche oggi al fianco degli operai in lotta, e le sue parole d'ordine che indicano lavoro e salute come entrambi irrinunciabili, ma anche i responsabili che devono pagare: i padroni, Riva e i tutti i loro amici e complici.
Verso mezzogiorno arriva un camioncino con un lungo rotolo di telo retinato e pali innocenti con cui gli operai costruiscono una specie di porticato lungo tutto un lato del ponte, per ripararsi almeno in parte dal sole a picco. Segno che vogliano andare avanti col blocco ancora per molto.
In conclusioni di giornata ha fatto la
sua comparsa il sindaco Stefàno, che ha raggiunto il ponte su una
volante della polizia. È venuto a offrire il Municipio come
ulteriore sito da occupare, per dimostrare che il comune sta dalla
parte dei lavoratori e magari fare del municipio il luogo della
protesta, allentando la morsa su tutta la città. È venuto per lodare gli eccezionali risultati ottenuti nel tavolo istituzionale di ieri: 336 milioni (329 pubblici e 7 privati) da spendere in 5 anni per avviare i lavori di bonifica dei siti industriali, e per convincere gli operai a stare sereni e avere fiducia.
Dal capannello di operai che lo ha circondato vengono una chiara insofferenza "basta letterine di Natale", una brusca richiesta "vogliamo certezza di lavorare e di non pagare noi nessun altro prezzo", una promessa "se lunedì stiamo ancora in questa situazione, puoi scordartelo di tenere in
pace il tuo primo consiglio comunale".
protesta, allentando la morsa su tutta la città. È venuto per lodare gli eccezionali risultati ottenuti nel tavolo istituzionale di ieri: 336 milioni (329 pubblici e 7 privati) da spendere in 5 anni per avviare i lavori di bonifica dei siti industriali, e per convincere gli operai a stare sereni e avere fiducia.
Dal capannello di operai che lo ha circondato vengono una chiara insofferenza "basta letterine di Natale", una brusca richiesta "vogliamo certezza di lavorare e di non pagare noi nessun altro prezzo", una promessa "se lunedì stiamo ancora in questa situazione, puoi scordartelo di tenere in
pace il tuo primo consiglio comunale".
Andato via il sindaco continuano i
capannelli e le tante voci sul da farsi, tra le tante idee comincia a
farsi strada quella di tornare prima o poi in fabbrica, ma questa
volta per occuparla..."
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