La famiglia Riva, con Riva Forni elettrici che raggruppa tutte le attività dei Riva nei prodotti lunghi, ha ripreso ad accumulare profitti - ricavi per oltre 3 miliardi nel 2017, sempre sullo sfruttamento e l'attacco ai diritti, salute.
"Anche senza Taranto il gruppo si conferma come il principale player italiano nel settore dell'acciaio e tra i principali produttori europei, con una quota di mercato superiore al dieci per cento".
Dopo essersi liberato delle "scorie" giudiziarie dell'Ilva (come le chiama la stampa al servizio dei padroni) con un accordo transattivo che ha portato a recuperi da parte dell'Agenzia per le entrate e sanzioni amministrative per un totale di poco più di 100 milioni - che neanche sono stati versati, visto che la RFE "ha anche reperito nell'ambito della propria compagine sociale un versamento a fondo perduto di 180 milioni finalizzato a neutralizzare l'effetto finanziario della transazione", la famiglia Riva incrementa il fatturato (+26%), il patrimonio netto, si espande nei mercati, ecc. E, per il futuro: "E' ragionevole presumere - spiega l'amministratore delegato Claudio Riva - che si possano conseguire risultati in linea con quelli dell'anno scorso, o addiruttura migliorativi".
Ancora una volta la questione Riva/Ilva è uno specchio illuminante del capitale, delle sue leggi criminali, di un sistema, governativo, giudiziario che, a parte piccole sbavature, continua a spianare la strada ai padroni e solo a loro.
L'idea giusta che chi ha provocato morti, malattie, chi ha inquinato paghi, si dimostra una illusione in in questa società capitalista, in cui chi ha pagato e continua a pagare sempre di più sono gli operai, che hanno permesso ai Riva di fare prima profitti e di continuarli a fare ora più di prima, e le masse popolari.
E' solo il potere proletario, frutto di una rivoluzione proletaria, di una guerra di popolo, che può mettere realmente fine a questo crimine legalizzato, che può dare giustizia!
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