lunedì 15 giugno 2020

ArcelorMittal - Nessuna fiducia nel governo: vuole chiudere con l'accordo del 4 marzo - ma già questo piano era inaccettabile

Nei prossimi giorni il governo vuole riprendere la questione ex Ilva con l'obiettivo di confermare con ArcelorMittal l'accordo 4 marzo.
Questo accordo, soprattutto sul problema esuberi non si discosta granchè dal piano industriale presentato dalla Morselli la scorsa settimana. Quindi si va ad un nuovo accordo antioperaio peggiorativo.
Come avevamo già denunciato, al di là delle parole, il governo di fatto accetta le condizioni di Mittal. E non saranno certo gli incontri con Emiliano, o il nuovo tavolo governo/OO.SS./AM che cambierà la sostanza senza una ripresa forte e prolungata della lotta, e senza che attraverso la lotta si presenti una chiara piattaforma operaia e su questo ci sia scontro fino a risultati.
I sindacati giocano di rimessa ai piani del governo, ma non presentano nessuna piattaforma seria.

COSA DICEVA L'INTESA DEL 4 MARZO
"Per l’occupazione, si parla di “tenuta” dei livelli con 10.700 risorse a regime. Questo vuol dire che da quest’anno, prima di arrivare al 2025, l’occupazione scenderà perché si farà ricorso agli ammortizzatori sociali per ristrutturazione.
Entro il 31 maggio, «con riferimento al periodo necessario a raggiungere la piena capacità produttiva dello stabilimento di Taranto in base al nuovo piano industriale», dovrà infatti essere definita «una soluzione che preveda il ricorso a strumenti di sostegno, compresa la cassa integrazione guadagni straordinaria, per un numero di dipendenti da determinare».

COSA AVEVA GIA' DETTO LO SLAI COBAS AC SU QUESTA INTESA
Dal volantino - Diciamo NO all'accordo perchè prevede cose assolutamente negative: il definitivo abbandono dei lavoratori attualmente in cigs in Ilva AS; una cigo permanente che permette ad ArcelorMittal di modulare i volumi produttivi secondo le sue necessità; e un nuovo consistente esubero dei lavoratori AM, in nessun modo copribile con la cosiddetta "newco per il preridotto".
Nello stesso tempo i volumi produttivi possono essere raggiunti solo con un'intensificazione dello sfruttamento - meno operai e stessa o più produzione –, un peggioramento dei diritti e delle condizioni di lavoro e di conseguenza un aumento della insicurezza in fabbrica. E' inutile dire i gravi riflessi di questo accordo per gli operai dell'indotto...
...con questo accordo si è data ad AM ampia possibilità di sfruttare fin quando gli è utile o di minacciare di andarsene quando vuole (salvo il pagamento di una leggera penale); in questa condizione AM non ha interesse a risanare gli impianti, e gli incidenti continueranno...
L'ingresso dello Stato, delle Banche nel pacchetto azionario di AM non è una cosa positiva in sé, perchè è all'insegna della logica dei padroni in un'economia capitalista: socializzare le perdite, scaricare sullo stato le spese di ambientalizzazione, salvaguardare e privatizzare i profitti e gli interessi dei padroni dell'acciaio. D'altra parte questo ingresso dello Stato non è in grado di salvaguardare né occupazione, né condizioni di lavoro, né in maniera seria far avanzare il processo di ambientalizzazione e di tutela della salute degli operai e della popolazione dei quartieri inquinati..."

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