"Solo poco più di 9.500 domande. Al momento una tendenza al di sotto delle aspettative e della previsione finale di oltre 200 mila domande..."
Bellanova: "quale che sia il risultato, non sarà mai un flop. Fosse anche una sola la persona che viene strappata all’invisibilità e a condizioni di lavoro oscene, lo considero comunque un successo”.
La ministra in ogni caso voleva che ad essere regolarizzati fossero 600 mila..."
Come volevasi dimostrare!
Una "sanatoria" affidata alla volontà delle aziende che devono metterci soldi o dei datori di lavoro che devono dichiarare il reddito che hanno, è scontato che sarà un "flop"; e ora la Ministra Bellanova per pararsi dice che anche un solo lavoratore migrante regolarizzato è un "successo"?!
Una che dice questo in una normale Repubblica borghese dovrebbe essere immediatamente cacciata!
La sanatoria, in termini di documenti per tutti, permessi di soggiorno almeno per due anni per tutti doveva e deve essere fatta direttamente dal governo.
Lasciata alla "tasca" dei padroni non solo vuol dire pochi migranti che potranno averla "poca e giusto quando serve per essere usato nel lavoro", ma rischia di essere un boomerang: da un lato più lavoro nascosto a nero, dall'altra più attivizzazione di realtà criminali per finti rapporti di lavoro.
E, comunque, anche dove stanno facendo le domande, sono gli stessi migranti costretti a metterci i soldi per avere la sanatoria perchè i padroni non vogliono sborsare 500 euro.
Lo avevamo già detto:
"Pensiamo che alla fine in realtà pochi saranno regolarizzati, dato che la procedura principale è affidata alla volontà dei padroni. Questi dovranno versare prima della presentazione della domanda
un contributo forfettario, pari a € 500,00 per ciascun lavoratore, più un forfait da fissarsi per decreto per le somme dovute dal datore di lavoro a titolo retributivo, contributivo e fiscale.
Quante aziende preferiranno rischiare una multa piuttosto che pagare queste somme? O scaricheranno sui lavoratori i costi della regolarizzazione, con contratti formalmente regolari ma in realtà fasulli?
Il Decreto prevede comunque una sanatoria breve, i migranti avranno infatti solo un permesso di soggiorno temporaneo, giusto il tempo necessario per i lavori in agricoltura.
Poi i migranti possono pure essere cacciati...
La sanatoria riguarda solo i lavoratori occupati nei settori agricoltura, allevamento e zootecnia, pesca e acquacoltura e attività connesse.
Vi sono due possibilità:
Le aziende potranno sottoscrivere un nuovo rapporto di lavoro subordinato o di dichiararne uno
irregolarmente instaurato con cittadini italiani o stranieri presenti sul territorio nazionale prima dell’8 marzo 2020.
I migranti con permesso di soggiorno scaduto dal 31 ottobre 2019 potranno chiedere un permesso di soggiorno della durata di sei mesi, ma devono comunque dimostrare di aver lavorato in quei settori.
Le aziende che vogliono regolarizzare devono avere un reddito imponibile minimo non inferiore a 30.000 euro. Per i settori del lavoro domestico o di assistenza alla persona, il reddito deve essere non inferiore a 20.000 euro, in caso di nucleo familiare composto da un solo soggetto percettore di reddito, e non inferiore a 27.000 euro, in caso di nucleo familiare composto da più soggetti conviventi.
Gli stranieri con permesso di soggiorno scaduto dal 31 ottobre 2019 per chiedere il rilascio di un permesso di soggiorno temporaneo dovranno versare 130 euro per la copertura degli oneri, più altri 30 euro per presentare la domanda in Questura e una marca da bollo di 16 euro - totale 176 euro...
Il lavoratore migrante dipende totalmente dalla volontà/convenienza o meno del padrone se può rimanere in Italia o deve tornare da dove è sfuggito - dato che il decreto non sospende le espulsioni, i procedimenti penali e amministrativi a carico dei migranti, che vengono sospesi solo se viene "comprato" dal padrone e giusto per il tempo che deve lavorare per lui.
Questa regolarizzazione riguarda solo un settore produttivo, sicuramente grande, dei lavoratori migranti, ma non tutti i lavoratori, lasciando fuori migliaia di migranti.
Sono comunque esclusi da questo provvedimento i lavoratori migranti che hanno fatto lotte, proteste, che sono stati denunciati, incriminati, "che comunque - come viene scritto nel testo - siano considerati una minaccia per l'ordine pubblico o la sicurezza dello Stato...".
Proprio quei migranti che con la lotta e solo con le loro lotte hanno ottenuto dei risultati non solo per loro ma per tutti, rischiano ancora una volta di essere cacciati"
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