(Dal Quotidiano) - E' stato condannato a otto anni di carcere Vincenzo Stoppa, ritenuto uno dei caporali che per mesi ha sfruttato braccianti agricoli, italiani e stranieri, nelle campagne tra la provincia di Taranto e quella di Matera. L'inchiesta, partita dal tentato omicidio di un uomo che si era opposto allo strapotere dei caporali...
L'avvvio delle intercettazioni consentì di portare alla luce le condizioni disumane nelle quali si trovavano I lavoratori dei campi. «Senti io non ho panini, non ho mangiato! Io non ho mangiato, non ho soldi, non mangio da ieri sera non ho niente!» urlava disperato Stefan, uno dei tanti braccianti stranieri alla «donna caporale» che l'aveva reclutato. Sfogava tutta la sua rabbia per i 4 euro per ogni ora di lavoro che gli erano stati promessi, per turni massacranti che arrivavano anche 10 ore al giorno. Spesso, però, alla fine della giornata non riceveva nulla e quando il giorno di paga arrivava, il «caporale» tratteneva il denaro per la stanza fatiscente nella quale dormiva, per il trasporto dal paesino ai campi e persino della benzina. Nelle tasche di Stefan, quindi, non restava praticamente nulla. Nemmeno gli spiccioli per comprare un panino. Come Stefan erano in tanti, tantissimi. Stranieri e italiani.
Costretti ad accettare qualunque cifra per lavorare. Obbligati a restare in silenzio se le promesse iniziali del padrone non venivano rispettate. E se qualcuno alzava la testa, le reazioni degli sfruttatori erano diverse. Nella migliore delle ipotesi facevano finta di non conoscerlo, ma nei casi più estremi minacciavano di morte e a volte sparavano pure... quando nei campi arrivano i carabinieri e gli ispettori del lavoro per i controlli, bastava un sms e tutti i lavoratori in nero scappano...
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