Si è nuovamente aggravata la situazione del sistema delle ditte d’appalto di tutte le aziende del gruppo ex Ilva sull’intero territorio nazionale. A denunciarlo le segreterie nazionali di Fim Cisl, Fiom e Uilm. “Registriamo ancora ad oggi mancati pagamenti risalenti al mese di giugno 2021 che come ricaduta, fatto gravissimo, vede il mancato pagamento degli stipendi dei lavoratori. L’ingresso dello Stato in ArcelorMittal, oggi Acciaierie D’Italia, doveva essere per quei lavoratori la garanzia di una soluzione ad anni di difficoltà per le loro famiglie. Ad oggi così non è e come organizzazioni sindacali siamo ancora, nei territori, costretti alle mobilitazioni per rivendicare quanto lo Stato dovrebbe essere semplicemente garantito dalla prestazione del proprio lavoro”.
“Le conseguenze di questa situazione gravano pesantemente sulle condizioni di sicurezza del lavoro di chi, non percependo stipendi da mesi, presta comunque la sua opera con grande senso di responsabilità ma con uno stato di incertezza sul proprio futuro che non è la condizione migliore per operare sugli impianti siderurgici – si legge in una nota congiunta -. Chiediamo un intervento immediato del Governo e della società di cui è socio, attraverso Invitalia, affinché venga immediatamente sanata questa situazione per non vederci costretti a proclamare una mobilitazione nazionale degli appalti metalmeccanici dell’intero gruppo”.
“A tutto questo occorre aggiungere la temporanea fermata degli altiforni 1 e 4, avvenuta senza comunicazione preventiva delle ragioni e dei motivi, e la previsione di fermata successiva anche di AFO2, con conseguenti presumibili ripercussioni produttive anche sugli altri stabilimenti del Gruppo. Attendiamo ancora la convocazione dell’incontro entro il corrente mese di ottobre in cui oltre alle ovvie necessità di discutere del Piano Ambientale Industriale e Ambientale, dovremo discutere del futuro e delle prospettive dei lavoratori delle ditte di appalto” concludono le segreterie nazionali Fim-Cisl Fiom-Cgil Uilm-Uil.
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