Mando tutta la mia
solidarietà alle mamme della Sicilia, di Trapani che domani scenderanno
nuovamente in piazza a difesa dei diritti negati dalle Istituzioni dei
propri figli. Mi sento molto vicina a voi perchè anche io sto
attraversando una situazione simile.
Sono la mamma di un ragazzo che soffre di attacchi di
panico e depressione, a volte lieve ma tante altre molto profonda. Mio
figlio 2 anni fa frequentava il C.I.M (centro di igiene mentale), ma un
giorno decidono di dimetterlo perché ritenevano che era guarito, cosa
assolutamente non vera. L'hanno imbottito di gocce e mandato a casa
garantendo che poi gli assegnavano lo psichiatra per seguirlo nel suo
percorso e nel frattempo mio figlio doveva prendere quella dose
massiccia di gocce e in più la sextralina.
Il ragazza peggiorava sempre più (perdita di memoria,
confusione mentale, e continuamente sonno). Ho aspettato 3 mesi ma visto
che lo psichiatra non lo assegnavano ho deciso di lottare.
Sono andata per tutte le Asl non solo del mio
quartiere ma anche in tutte le zone limitrofe, ho chiamato il centro
varie volte ma mi rispondevano che c'erano altre urgenze. Non contenta
sono andata al Cim, non so quante volte, tant'è che il vigilante mi ha
cacciato ritenendomi un soggetto "pericoloso". Ho ricevuto derisioni,
umiliazioni e quant'altro, ma io non mollavo.
Questo è durato quasi 2 anni, senonché 6 giorni fa ero
cosi indignata, delusa, disperata che ho preso mio figlio e sono andata
per l'ennesima volta al Cim- Arriviamo al triage e mi presento e dico
che dovevo fare una prenotazione urgente x una visita psichiatrica e
l'assegnazione dello stesso, l'infermiera con aria spavalda mi dice: "mi
dispiace ma qui non facciamo visite urgenti". Allora cercando di
mantenere la calma le ho mostrato anche la richiesta, ma lei
imperterrita e col sorrisino sulle labbra mi ripete: "mi dispiace ma qui
non facciamo visite urgenti, può anche andare a casa". Non ci ho visto
più dalla rabbia! E' uscita la "bestia" che era in me, e con la bava
alla bocca le ho risposto: "senti. io vado a casa, prendo la tenda e mi
piazzo qui, mi incateno e prendo il megafono e vi sputtano. La ragazza
mi guardava basita, poi ad un tratto è corsa non so dove, se da un
dottore, se dalla direttrice non so, sta di fatto che dopo circa 15
minuti è tornata sorridente e mi dice: "il 21 alle 11 il ragazzo può venire
non solo x la visita, gli è stato assegnato il più bravo dottore del
centro, è contenta?". Non l'avesse mai detto... "contenta di ché, che avete
fatto aggravare mio figlio? Questo lo dovevate fare 2 anni fa, era un
suo diritto, voi istigate i ragazzi al suicidio, vergogna!!". E siamo
andati via-
Man mano che scendevamo le scale mio figlio mi ha detto grazie
non so quante volte, mi abbracciava così forte che mi toglieva il fiato e
continuava a dire: "perché la salute mentale non si riconosce mentre
quella fisica si cura!?".
Ora sono più rilassata, ho vinto la mia battaglia
grazie alla mia determinazione, forza, caparbietà, tutte caratteristiche
che solo noi mamme, noi donne abbiamo, come diciamo spesso, la marcia in
più"
Concetta del Mfpr - Taranto
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