Cassata la norma che rivedeva l'utilizzo di alcune delle risorse dei fondi sequestrati ai Riva in dotazione ad Acciaierie d'Italia
E’ stato abrogato nella notte, come avevamo anticipato ieri, l’art. 21 del Milleproroghe “Imprese di interesse strategico nazionale”: è stato infatti approvato l’emendamento soppressivo a larghissima maggioranza (hanno votato contro soltanto la Lega e Fratelli d’Italia)...
Ricordiamo che l’art. 21 prevedeva una rivisitazione delle norme sull’utilizzo di una parte dei fondi sequestrati alla famiglia Riva, il così detto ‘Patrimonio destinato‘ pari a 1,157 miliardi di euro acquisito dall’amministrazione straordinaria dell’ex Ilva (normato dall’articolo 3, comma 1 del D.L. 1/2015), prevedendo che le somme finora rimaste inutilizzate, che secondo la relazione illustrativa sono in tutto 575 milioni, andassero nello specifico a finanziare “progetti di decarbonizzazione ed elettrificazione del ciclo produttivo dell’acciaio”. La norma prevedeva più nello specifico che 450 milioni fossero destinati all’attuazione del piano ambientale e di tutela sanitaria e 190 milioni alla bonifica del sito del siderurgico di Taranto e della connessa centrale termoelettrica.
(rileggi l’articolo sulla norma che regola l’utilizzo dei fondi dei Riva https://www.corriereditaranto.it/2022/01/07/ex-ilva-un-nodo-difficile-da-sciogliere/)
Come già evidenziato ieri, le somme in questione sono e restano nella disponibilità di Acciaierie d’Italia. Come previsto dall’Addendum del settembre 2018 sottoscritto tra il MiSE e ArcelorMittal Italia, 352 milioni di euro sono destinati ad interventi di decontaminazione e 188 milioni di euro per le bonifiche del sottosuolo.
Dunque non tornano nella disponibilità dei Commissari Straordinari, come erroneamente pensano in molti, i quali gestiscono la restante parte dei fondi dei Riva, pari a 617 milioni di euro destinati alla bonifica e alla messa in sicurezza permanente delle aree esterne (alcune comprese ed altre non all’interno del Piano Ambientale 2017 e presenti sia all’interno che all’esterno del siderurgico).
Ciò detto, è molto probabile che adesso il governo proverà a riscrivere quella norma inserendola in un prossimo decreto, specificando meglio l’utilizzo delle risorse in dotazione ad Acciaierie d’Italia. L’essere andati sotto su un articolo relativo ad una vicenda così importante e delicata come quella dell’ex Ilva, con tutti i partiti di maggioranza compatti nella votazione ad eccezione della Lega, deve far riflettere l’esecutivo sul fatto di come oramai si tratti di un tema centrale e sensibile, dove i partiti si giocano, per motivi diversi, gran parte del loro futuro prossimo nella prossima campagna elettorale per le politiche del 2023 e non solo. E visto che a Taranto si voterà per eleggere il nuovo sindaco a maggio e nessuno vorrà avere sulla testa una spada di Damocle di questa portata. Ad maiora.
(per sapere a che punto sono le attività dei Commissari di Ilva in AS rileggi l’articolo https://www.corriereditaranto.it/2022/02/16/bonifiche-ex-ilva-a-che-punto-siamo/)
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