lunedì 7 febbraio 2022

Per le donne, soprattutto al sud, sempre meno lavoro o peggiore - 8 marzo sciopero delle donne!

Operaie della Tessitura di Mottola


L’occupazione delle donne al Sud è crollata al 33%, ovvero trenta punti indietro rispetto al resto dell’Italia e dell’Europa, contro un tasso di occupazione del 59,2% al Centro-Nord e del 63% nell’Ue-27. I dati peggiori arrivano dalla Calabria e dalla Basilicata: qui il tasso di occupazione femminile è sceso dal 31% del 2007 al 30,3% del 2019.

In Puglia centinaia di lavoratrici vengono licenziate o stanno in cassintegrazione, dalla Tessitura di Mottola, alla Bari Tech, all'Hotel Palace di Bari, ecc.

La distanza del tasso di occupazione femminile da quello maschile è arrivato a toccare i 18,2 punti percentuali contro i 10,1 punti della media europea.

Tutti sperano nei finanziamenti del Pnrr, ma i 38,8 milioni destinati per sostenere l’occupazione femminile vanno… a “nuovi progetti di imprenditoria femminile… supportando le start up femminili attraverso attività di mentoring, assistenza tecnico-manageriale e misure per la conciliazione vita-lavoro”; altri interventi vanno nel senso di “formazione, trasformazione continua delle abilità e competenze, investimento dell’istruzione (una sorta di scuola-lavoro al femminile).

Come si vede: soldi alle donne della media borghesia per aiutarle ad essere imprenditrici; mentre alla stragrande maggioranza delle donne che non trovano lavoro o vengono licenziate solo corsi di formazione, aria fritta…

E mentre politici borghesi, parlamentari, stampa fanno le “lacrime di coccodrillo”, nessuno dice niente nè tantomeno il governo attua provvedimenti verso i padroni non solo piccoli, ma anche medio-grandi che stanno licenziando centinaia di lavoratrici, chiudono fabbriche, delocalizzano per fare più profitti. 

Non è da questo governo che sta dando milioni e milioni ai padroni che può venire la soluzione a questo “ritorno a casa” di migliaia di donne, a questo nuova dipendenza, subordinazione delle donne dalla famiglia. 

Dobbiamo lottare, unirci e lottare, generalizzare le lotte, ancora poche, esistenti contro i licenziamenti.

Non vogliamo le ipocrite periodiche dichiarazioni. Vogliamo che invece padroni, governo, Stato si preoccupino e temano la nostra determinazione, la nostra marcia in più.

Mettiamola in campo nello sciopero delle donne l’8 marzo!

Comunicato del MFPR

Il governo, i padroni stanno portando avanti un ulteriore peggioramento della condizione della maggioranza di noi donne. La condizione di noi donne è di attacco a 360° e richiede una nostra risposta a 360°.

Ogni due/tre giorni viene uccisa una donna, le condizioni in cui viviamo sono di lavoro doppiamente sfruttato, ultra precario o di non lavoro, tantissime donne hanno perso il lavoro, ecc.; questa condizione di doppio sfruttamento, di doppia oppressione è stata amplificata dalla pandemia che i padroni e il governo hanno scaricato doppiamente sulle spalle della maggioranza delle donne, delle lavoratrici, delle precarie, delle disoccupate, delle donne migranti, delle ragazze/studentesse.

Dopo la grande manifestazione del 27 novembre a Roma, lo sciopero delle donne del prossimo 8 marzo è da un lato l’apice di una battaglia che già c’è, delle lotte che in questi mesi, anni di pandemia sono state fatte, soprattutto da parte delle donne proletarie, delle lavoratrici, immigrate, per avviare una nuova stagione di lotta di tutti i giorni a 360°; dall’altra l’8 marzo pone la necessità della rivoluzione, perchè tutta la vita deve cambiare,

Noi lottiamo ogni giorno per contrastare il “moderno medioevo” su tutti i terreni, dal lavoro, al ritorno in casa, dai femminicidi/stupri alle discriminazioni continue, alla repressione, oppressione, violenza sessista, razzista, fascista di governo, Stato, uomini che odiano le donne; ma abbiamo un obiettivo di lunga durata, quello di fare la rivoluzione proletaria, di rovesciare questo sistema capitalista, di fare una rivoluzione nella rivoluzione per trasformare la terra e il cielo.

Noi non vogliamo migliorare questo nero sistema che usa a piene mani concezioni e pratiche “patriarcali”, né chiedere riforme e spazi, né conciliazioni; noi non ci illudiamo, non abbiamo una catena da rompere ma tante catene.

Noi donne dobbiamo lottare anni per avere una miseria di lavoro, un salario; ma ci danno parole ipocrite e peggioramenti. Tante di noi vengono licenziate! Come alla Saga Coffee, come alla Mugello nella fabbrica dei marron glacè, come alla Tessitura di Mottola, ecc.

Le soluzioni che il governo prende per frenare i femminicidi sono false o peggiori del male, per cui, non gli uomini, ma le donne dovrebbero essere “vigilate”, sotto controllo di polizia e carabinieri! Mentre padroni e governo fanno “tornare a casa”, nella casa in cui puoi trovare la morte, migliaia di donne.

Il governo, il parlamento egemonizzato dalla destra fascio/populista, al di là di ipocrite e disgustose parole sulle “donne”, ha cercato di tenerci buone con bonus e miseri e falsi contentini, mentre è arrivato ad impedire anche una legge che riconosceva il minimo dei diritti alle persone lgbt*qia+.

Per non parlare di altre questioni importanti, come l’aborto. E’ come un’onda nera che dagli USA, dalla Polonia, via via si sta avvicinando anche a noi e fra un pò diranno apertamente anche in Italia che si deve restringere questo diritto! Per non parlare del caro vita, che chiaramente si scarica essenzialmente su noi donne.

L’8 marzo dobbiamo scioperare in tante e dovunque.

In tutte le fabbriche dove non c’è limite allo sfruttamento, discriminazioni, ma anche molestie sessuali o dove dopo anni di lavoro ci buttano via.

Nella scuola, nella sanità, dove dobbiamo respingere duramente scendendo in sciopero chi vuole impedirci di lottare, dallo Stato, con la Commissione di (non)garanzia sciopero agli stessi sindacati confederali che, come è successo per il 16 dicembre, Cgil e Uil hanno accettato senza opposizione che si escludessero dallo sciopero la scuola e proprio le lavoratrici più stressate e sfruttate, come le lavoratrici della sanità.

Dobbiamo scioperare nei lavori precari: qui l’unione con altre lavoratrici di altri posti di lavoro fa la forza e ci impegniamo a respingere insieme ogni tentativo di ritorsione/repressione.

Dobbiamo scioperare in tutto il Pubblico Impiego, dove la pandemia è stata usata per normalizzare il doppio lavoro dello smart working.

Diciamo alle lavoratrici: non basta solo la lotta sindacale per cambiare radicalmente la situazione, rovesciare questo sistema barbaro, ma occorre la lotta più generale politica, dove le donne portano una marcia in più perché vivono tutte le oppressioni

Dobbiamo uscire dalle case, venire nelle piazze, nei presidi, denunciare il lavoro gratis di riproduzione, di assistenza, scaricato tutto su di noi.

Dobbiamo uscire dai ghetti dei campi delle immigrate, scioperare nelle campagne, nelle fabbriche, nelle case, per imporre i nostri diritti, la nostra vita e quella dei nostri figli contro la morte che continua a darci questo Stato imperialista, amico dei regimi assassini e torturatori. Dobbiamo scioperare con il coraggio, la forza che ci hanno fatto sfidare il nostro “destino”.

Abbiamo bisogno della fresca ribellione delle studentesse, che ora hanno ripreso a scendere in lotta, dopo l’assassinio di Lorenzo, che hanno un futuro di merda, di discriminazione, di oppressione.

Noi donne dobbiamo dare una forte e generale lotta. Non partiamo da zero, in questi mesi abbiamo già tracciato un percorso.

Insieme, diventiamo “pericolose, per gli uomini, per i padroni, per i governi, per gli Stati che odiano le donne”. E l’8 MARZO LO VOGLIAMO DIMOSTRARE IN MIGLIAIA!

Le lavoratrici Slai cobas per il sindacato di classe hanno già indetto formalmente lo sciopero dell’8 marzo.

Nella seconda metà di febbraio faremo una nuova Assemblea Donne/Lavoratrici telematica, per rafforzare il percorso delle donne proletarie, per collegare le lotte in corso, per decidere le iniziative dell’8 marzo.

Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario

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