lunedì 14 febbraio 2022

La battaglia nostra tra i lavoratori è sulla vaccinazione di massa, non certo su green pass sì o no!

Dal blog: https://proletaricomunisti.wordpress.com/

L’azione del governo borghese, i suoi decreti a favore, non certo della salute dei lavoratori, ma solo degli interessi del capitale, dei padroni grandi o piccoli, ha portato ad interventi confusi, senza una base scientifica, interventi che cambiano a seconda delle pressioni nel governo dei rappresentanti dei settori economici borghesi, non sulla base di analisi e dati certi e diremmo logici – perchè l’obbligo del green pass rafforzato per i lavoratori sopra i 50 anni, quando i loro stessi dati dicono che il contagio ora interessa più fasce giovanili? Sciorinano dalle Tv e giornali notizie contraddittorie (per un periodo si è annunciato come inevitabile la quarta dose, poi si dice che la terza dose ha validità a tempo indeterminato, ecc.). Così non c’è logica – per dire… perchè la logica c’è ed è sempre di essere al servizio di una classe, quella padronale – che da un lato si aprano le discoteche, in cui il distanziamento non può esistere e dall’altro da domani i lavoratori con più di 50 anni senza green pass rafforzato non possono entrare al lavoro – un lavoro, dove spesso ci si ammala e si muore sempre più per altre cause, per il taglio dei costi della sicurezza, costi “inutili” per il capitale.

E’ chiaro che tutto questo andazzo è vessatorio. E’ altrettanto chiaro che il governo interviene sul green pass per aggirare, continuare in maniera criminale a non intervenire sulla vaccinazione di massa obbligatoria – ora vengono lanciati messaggi “tranquillizzanti”, quando si continua a morire in Italia (anche i bambini), ancora troppi non sono vaccinati, e la pandemia continua nella maggiorparte dei paesi del mondo, e nessun paese può sentirsi al “riparo”.

Ma il problema nostro è che anche nel movimento dei lavoratori e lavoratrici si parla solo del green pass (si indicono addirittura alcuni scioperi nazionali – vedi oggi l’assurdo sciopero indetto dal Si.cobas) ma NESSUNO – o pochissimi, Slai cobas sc sicuramente e fin dal primo momento – dice chiaro che serve la vaccinazione di massa, servono presidi sanitari per vaccinarsi e avere chiare informazioni mediche nelle grandi fabbriche o zone industriali/commerciali, ecc.

Così anche a sinistra si aggira il problema. Con la conseguenza nefasta di accarezzare un’ideologia individualista di alcuni lavoratori (che comunque, ricordiamo sempre, sono la minoranza!), contraria a una posizione di classe e collettiva.

Ora si denuncia l’attacco del governo e dei padroni verso lavoratori di più di 50 anni che da domani senza il green pass rafforzato non dovrebbero poter entrare al lavoro, ma coloro che fanno questa denuncia invece di fare dall’inizio azione di chiarezza di classe tra i lavoratori, hanno alimentato posizioni sbagliate, anti quello spirito e atteggiamento collettivo che per primi i lavoratori devono avere, perchè serve alla lotta di classe più generale contro padroni e governo.

Questi “codisti” della classe operaia poi sono l’altra faccia della confusione. Non è vero che i padroni stanno approfittando di questi provvedimenti sul green pass per liberarsi/licenziare lavoratori, lavoratrici. Come purtroppo ben si sta vedendo e subendo, i padroni lo stanno facendo senza aver bisogno della scusa del green pass – pensiamo alle decine e decine di fabbriche grandi e piccole che stanno chiudendo, licenziando, mettendo in cassintegrazione a zero ore, per delocalizzazione, senza chiedere “esibizione di green pass”. I capitalisti, e il loro rappresentante Bonomi, si sono fatti sostenitori del green pass perchè l’economia riprendesse, le fabbriche funzionassero, per non rischiare nuove fermate in una fase di ripresa economica.

Nessuno, in primis i sindacati confederali, ma anche parte dei sindacati di base, si è assunto la responsabilità di battersi fino a risultati per la vaccinazione di massa obbligatoria, assumendosi, lì dove vi è la forza, anche la responsabilità di costruire le condizioni per essa, chiamare in fabbrica, sui posti di lavoro medici progressisti, realizzare con loro presidi sanitari autogestiti, ecc.

Invece, in nome del rispetto per le scelte individuali dei lavoratori e della loro difesa, si è cavalcata la tigre del no green pass, diventando oggettivamente, una sorta di altra faccia del governo e dei padroni, invece di assumere il proprio, di classe, campo di lotta e obiettivi di lotta.
Purtroppo, invece, un problema che poteva essere maneggiato diversamente dai lavoratori, dalle masse popolari, si ritrova in una complicazione, in cui comunque continua ad essere importante fare una lotta critica aperta verso posizioni contro la vaccinazione. Se viene fatto tra i lavoratori, le questioni si ridimensionano e i problemi concreti si affrontano.
E’ necessario, quindi, che le organizzazioni sindacali che dovrebbero rappresentare i lavoratori collettivamente e soprattutto i lavoratori più evoluti che evidentemente attraverso la lotta hanno imparato a considerare l’interesse collettivo come interesse generale, abbiano un ruolo ben diverso da quello che stanno avendo.

I lavoratori non sono un insieme di individui in nessun aspetto della loro vita e meno che mai in una pandemia mondiale che purtroppo non è chiusa ne nel nostro paese ne soprattutto in tutto il mondo dove due terzi dell’umanità non può ancora avere i vaccini, masse sterminate di persone chiedono di avere il vaccino e non l’hanno, ci sono i brevetti, le grandi aziende produttrici di farmaci impongono le loro leggi del profitto sulla salute e sulla vita delle popolazioni.

E’ importante sul piano non solo dell’interesse collettivo ma anche della coscienza di classe, che i lavoratori crescano nella loro coscienza. La coscienza dei lavoratori prodotto sociale delle contraddizioni di questo sistema deve elevarsi per far sì che essi diventino la forza motrice non solo della battaglia sulla pandemia ma anche del rovesciamento di un sistema sociale che l’ha prodotta, come ha prodotto lo sfruttamento, la miseria, malattie che nascono dalla distruzione dell’ambiente, dall’estensione del modo di produzione capitalista indiscriminato che mette a rischio la vita stessa delle popolazioni.

 

 

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