E mentre, sui finanziamenti all'azienda il governo Renzi continua a bleffare (era già chiarissimo, e noi l'avevamo detto più volte, che il miliardo e 200 milioni dei Riva sarebbero rimasti tranquillamente nella banca svizzera), e continua a fare il piccolo truffatore, sapendo bene che vi è la "mannaia" della Comunità europea per "concorrenza sleale" tra i padroni dell'acciaio europea;
nello stesso tempo, con lo stesso provvedimento legislativo, si prepara ad allungare ancora i tempi di attuazione dell'AIA, che già erano fissati nel lontano luglio 2016; rinviando così il risanamento della fabbrica, la copertura dei pericolosissimi parchi minerali, la bonifica dell'area e allungando quindi la lista dei malati e dei morti da infortuni e inquinamento;
nello stesso tempo gli operai per avere i loro soldi maturati prima del commissariamento Ilva e andati a finire nel passivo fallimentare, devono ancora attendere mesi e mesi;
nello stesso tempo il governo, pronto a fare decreti e leggine una dietro l'altra per difendere i profitti del capitalismo italiano dell'acciaio, non fa alcuna decreto per difendere posti di lavoro, salari, sicurezza e salute degli operai e degli abitanti di Taranto: nessun decreto per andare in pensione a 25 anni di lavoro, per una postazione fissa ispettiva in fabbrica per la prevenzione, per avviare e finanziare realmente le bonifiche nei quartieri, ecc.
CHI PUO' ROVESCIARE QUESTO ANDAZZO, CHE TUTELA SOLO I PADRONI E PREPARA UN FUTURO ANCORA PIU' NERO PER OPERAI E MASSE POPOLARI? SOLO LA LOTTA, LA RIVOLTA CHE FACCIA TORNARE FORTE SULLA SCENA I VERI PROTAGONISTI: I LAVORATORI E LE MASSE "INQUINATE" DI TARANTO
(Dal sito Inchiostro Verde - 2.12.15)
Il governo starebbe lavorando a un emendamento alla legge di Stabilità per garantire un finanziamento all’Ilva, dopo che nei giorni scorsi il tribunale svizzero di Bellinzona ha bloccato il trasferimento all’azienda di 1,2 miliardi di euro sequestrati alla famiglia Riva.
E’ quanto riferisce l’agenzia Reuters.
Com’è noto, nell’attuale testo della legge
di Stabilità è già presente una norma che autorizza l’Ilva “a contrarre
finanziamenti per un ammontare complessivo fino a 800 milioni di euro,
assistiti dalla garanzia dello Stato” per realizzare “attività di tutela
ambientale e sanitaria”. Ma tale somma è legata (in virtù del decreto
salva-Ilva del gennaio scorso) proprio ai fondi sequestrati in Svizzera
ai Riva, proprietari del 90% di Ilva, nell’ambito di un’inchiesta sul
rientro in Italia, grazie al cosiddetto scudo fiscale, di denaro fatto
figurare come patrimonio familiare e che invece sarebbe stato prelevato
dalle casse dell’azienda.
Da parte sua, il tribunale di Bellinzona
ha però stabilito che “essendo i valori patrimoniali da trasmettere
soltanto presumibilmente, e non manifestamente, di origine criminale” la
consegna all’Italia della somma è esclusa. Anche perché “non esiste una
dichiarazione di garanzia delle autorità italiane secondo la quale le
persone perseguite, se dichiarate innocenti, non subirebbero nessun
danno”. Si attende nei prossimi giorni il ricorso della Procura di
Zurigo contro la decisione del tribunale di Bellinzona, ma il Governo
non può permettersi il lusso di aspettare...
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