(da Sole 24 Ore) - "...I commissari dell’Ilva sono al lavoro sul testo del provvedimento
che, con procedura di evidenza pubblica, metterà l’azienda sul
mercato concludendone la cessione entro giugno 2016...
Lo schema prevede
che il gruppo Ilva vada sul mercato in modo unitario, ovvero gli
stabilimenti di Taranto, Genova Cornigliano e Novi Ligure insieme, e
che Cassa depositi e prestiti entri nell’operazione con una
partecipazione di minoranza a garanzia dell’interesse pubblico. Accanto a operatori del settore, da Marcegaglia ad Arvedi, da
Duferco ad Amenduni, ci potrebbe anche essere il coinvolgimento di
fondi di investimento per la parte finanziaria.
Si punta a
salvaguardare tutti i posti di lavoro (11mila a Taranto, 16mila nel
gruppo)... ma non si può nemmeno escludere un taglio di qualche
migliaio di unità da fronteggiare con gli ammortizzatori sociali...
Le passività resteranno in carico all’amministrazione
straordinaria tranne, forse, una quota più recente che verrà
caricata sui soggetti che subentreranno...
A ciò si aggiunga che l’azienda ha manifestato «indilazionabili
esigenze finanziarie» che
hanno portato il Governo ad erogare un prestito di 300 milioni. Il
decreto, quindi, dovrebbe permettere di centrare più obiettivi:
ridefinire il percorso da seguire nei prossimi mesi, sbloccare subito
nuova liquidità, ma soprattutto mettere nelle mani del Governo
un’arma in più per controbattere all’eventuale contestazione
dell'Unione Europea a proposito degli aiuti di Stato. In pratica, il
messaggio per Bruxelles è che lo Stato garantisce sì sostegno
all’Ilva, ma comunque l’azienda tra poco più di sei mesi starà
nelle mani dei privati e che l’arrivo sul mercato è vincolato a
una tempistica precisa.
Invece, a proposito della possibilità che gli aggiudicatari
possano proporre una nuova Autorizzazione integrata ambientale in
relazione al piano industriale che sarà presentato... si seguirà la
stessa procedura applicata per l’attuale piano ambientale in modo
da evitare le lungaggini di una nuova Aia. E modifiche sulla parte
ambientale, si osserva, potrebbero esserci qualora chi subentra
dovesse proporre cambiamenti di ciclo produttivo, innovazioni o
anche, come si è ipotizzato, l’utilizzazione in parte del
preridotto..."
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