Nell'assemblea dello
scorso 30 novembre ad Altamura siamo stati delle buone Cassandre anticipando
che gli accordi stipulati tra Fillea-Cgil, Filca-Cisl, Feneal-Uil, Natuzzi e
Istituzioni pubbliche sono l’anticamera dei licenziamenti collettivi, in
quanto prevedono, per un cospicuo numero di lavoratori, la collocazione in
Cigs a zero per cessazione attività produttiva, che rappresenta, per
l’appunto, l’ultimo step prima della risoluzione dei rapporti di lavoro.
Detto, fatto, l’azienda il 2 dicembre 2015, presso la sede della
Confindustria di Bari, ha confermato che persistono gli esuberi e, pertanto,
dopo la fine del previsto periodo di Cassa integrazione, 365
lavoratori daranno l’addio alla Natuzzi. Oltre, poi, ad aggiungere le solite
manfrine in merito al “parsimonioso” incentivo all’esodo e alla richiesta
verso le istituzioni locali di collaborare per un’eventuale ricollocazione
dei licenziati in altre
aziende.
Noi come Unione Sindacale di Base,
manifestando la nostra assoluta contrarietà a questi diktat aziendali,
avvallati dai sopra citati sindacati confederali, ribadiamo che non
lesineremo nessuna lotta e nessuno sforzo per opporci a qualsiasi ipotesi di
licenziamento. Per questo proponiamo, a tutti i lavoratori e le lavoratrici
della Natuzzi, l’apertura dello stato di agitazione e la mobilitazione per la
salvaguardia dei posti di lavoro, che mai nel tessuto murgiano sono stati di
primaria importanza come in questo momento.
Inoltre, sollecitiamo i
soggetti interessati ad aprire, concretamente, una riflessione sullo sviluppo
e futuro del territorio in questione, che verta sugli opportuni investimenti
per la difesa dei livelli occupazionali ed escluda i già visti e ed abusati
finanziamenti a pioggia verso famelici imprenditori
di passaggio.
Di Leo, delegato Usb
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