Questo nono
decreto approvato poche ore fa nel Consiglio dei Ministri, accelera
la vendita dell'Ilva ai padroni privati per svenderla a quattro
soldi.
Il decreto non dice cosa e a quanto verrà
ceduto dello stabilimento e soprattutto tace sulla salvaguardia di
tutti i posti di lavoro, lasciando quindi la possibilità di migliaia
di tagli; come non dice una parola su come passeranno gli operai ai
nuovi padroni, con quali contratti, quale difesa dei diritti
acquisiti (che grazie al jobs act di Renzi potrebbero essere
peggiorati).
Sul piano della salute, della sicurezza
e dell'ambiente, lascia ai nuovi padroni privati la facoltà di
cambiare il piano ambientale dell'Aia, per renderlo compatibile con i
loro piani industriali (cioè con i loro profitti, non con la salute
e la vita degli operai e della popolazione dei quartieri); Aia che
comunque (sarà anche per questo) viene fatta slittare al 31 dicembre
2016; mentre il Min. dell'Ambiente dice che tutti i limiti di
emissione europei sono rispettati a Taranto, proprio quando la stessa
Arpa conferma gravi sforamenti degli IPA (Idrocarburi Policiclici
Aromatici) ai Tamburi (anche se, alla faccia della logica, dice che
"l'aria è ottima (!?)".
I primi a
farsi sentire sono i sindacati più aziendalisti. La Fim applaude
alla vendita e non pone neanche mezzo paletto a salvaguardia degli
operai.
Quindi resta tutta la denuncia dello
Slai cobas sc e la sua iniziativa alla fabbrica sul "No alla
newco" e sulle proposte di salvaguardia di tutti i posti di
lavoro, del salario e dei diritti; di No a contratti peggiorativi; di
messa in sicurezza degli operai con postazioni ispettive fisse in
fabbrica, di soldi per una vera e urgente
ambientalizzazione.
(dalla stampa)
-
"Abbiamo varato un decreto legge che accelera la
cessione a terzi dei complessi aziendali del gruppo Ilva. Il dl fissa
al 30 giugno 2016 il termine per il completamento dell'operazione di
trasferimento a una nuova compagine societaria per un futuro stabile
di Ilva».
Lo ha annunciato Claudio De Vincenti al termine del
Cdm, che ha disposto «uno stanziamento di 300 milioni che facilita
il percorso di transizione» nella cessione di complessi aziendali
del gruppo Ilva.
Il ministro dello Sviluppo Federica Guidi in
conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri, ha spiegato
che «l'aggiudicatario verrà scelto tramite procedura a evidenza
pubblica» e sarà «valutato in base alla bontà del progetto,
con criteri di trasparenza». Guidi ha aggiunto che è stata disposta
«la data del 30 giugno come data ultima per la scelta di un soggetto
privato aggiudicatario, per arrivare a una cessione degli asset del
gruppo Ilva oggi in amministrazione straordinari, per dare
un'accelerazione rispetto ad una soluzione di rilancio industriale
del gruppo
Il ministro ha rimarcato che l'Aia, l'Autorizzazione
integrata ambientale, "rimane in vigore, viene omogeneizzata nei
termini al 31 dicembre 2016. Abbiamo deciso di procrastinare il
termine per consentire nelle more la definizione di questa procedure
aggiudicazione... la posticipazione del termine di realizzazione
del piano ambientale dal 4 agosto al 31 dicembre è dovuta dal fatto
che il piano che presenterà l'aggiudicatario potrà portare
modifiche al piano ambientale", spiega il ministro
dell'Ambiente, Gian Luca Galletti.
"Ricordo che a tutt'oggi
l'Ilva rispetta tutte le Bat, ovvero le 'best available
technics': oggi tutti i limiti di emissione europei a Taranto sono
rispettati", ha aggiunto il ministro. "Il piano di
ambientalizzazione prevedeva degli step intermedi: uno di questi era
la realizzazione dell'80% delle prescrizioni entro il 31 luglio 2015.
Oggi possiamo dire con certezza, perché certificato dall'Ispra - ha
concluso Galletti - che il primo step è rispettato".
Continua
il Min. Guidi: "Abbiamo previsto che il soggetto aggiudicatario,
che sarà valutato anche dal punto di vista della proposta
ambientale, nel momento in cui presenterà il nuovo piano industriale
potrà presentare un nuovo piano Aia"-
Bentivogli
della Fim Cisl dichiara: "...E’ positivo aver fissato una data
in cui cedere ad un soggetto industriale che guidi il Gruppo ad una
più attenta gestione industriale e recuperi il troppo tempo perduto
sull’ambientalizzazione e il rilancio industriale. A questo fine,
nell’attesa di una sentenza di primo grado del tribunale svizzero,
era inevitabile lo stanziamento dei 300 milioni di euro previsti dal
decreto. Per centrare la data del 30 giugno come data ultima per la
scelta di un soggetto aggiudicatario, di cui valorizziamo il percorso
di valutazione attraverso una procedura a evidenza pubblica, per
arrivare a una cessione degli asset. il soggetto aggiudicatario sarà
valutato in base alla bontà del piano industriale che proporrà e
della trasparenza ambientale...".
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