Anche a Taranto è la ribellione, il protagonismo diretto di lotta delle donne, delle ragazze che serve e deve organizzarsi.
Convegni, seminari, che si sono sprecati a Taranto e in provincia intorno al 25 novembre, sono nella maggior parte ipocriti, o inutili, fatti spesso dalle stesse persone che governano la nostra vita, che contribuiscono o sono direttamente responsabili delle nostre condizioni di oppressione, di discriminazione, come di grande e piccole violenze quotidiane.
I genitori di Federica, coraggiosamente, sono andati all'Università, nelle scuole - mentre hanno fatto sentire a Roma la loro voce con una lettera che abbiamo letto in piazza.
Ma noi diciamo che non basta un'azione di educazione; è tutta questa società che va cambiata.
Per questo riprendiamo le parole delle studentesse dell'Ist. Liside, che hanno realizzato un video dal titolo "Parlare, denunciare... Reagire": "passare dalla paura. alla presa di coscienza, alla ribellione".
Noi a Roma abbiamo detto in uno striscione:
Noi donne non dobbiamo avere paura LA LOTTA DELLE DONNE DEVE FARE PAURA
DALLA PIATTAFORMA PRESENTATA IN PARLAMENTO IL 25
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Allontanamento dai luoghi di lavoro per tutti coloro, capi, padroni,
ecc. - responsabili di molestie, ricatti, violenze sessuali,
atteggiamenti razzisti, tutela delle lavoratrici denuncianti
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Interventi immediati contro i denunciati per violenze, stalking,
maltrattamenti, con divieto di permanenza in casa, se familiari o
conviventi
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Procedura d’urgenza nei processi per stupro e femminicidi e
accettazione delle parti civili di organizzazioni di donne, con
patrocinio gratuito per le donne.
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No alla legge su femminicidi e stalking che non difende la libertà
delle donne, le pone “sotto controllo”
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