lunedì 21 novembre 2016

Cementir - ora bisogna occupare la fabbrica

Ora bisogna occupare la fabbrica e mobilitare tutti i lavoratori e cittadini contro il piano di chiusura della Cementir.
Vogliamo che i lavoratori agiscano in prima persona, senza le mediazioni sindacali, perchè il lavoro si difende con la lotta vera e non con i rituali.
Se i lavoratori scelgono questa strada – noi siamo pronti a fare tutta la nostra parte
 
Slai cobas per il sindacato di classe taranto
slaicobasta@gmail.com - 3471102638
 
 
L’incontro a Roma – dove lo Slai cobas per il sindacato di classe della Cementir Taranto non è stato ammesso, nonostante la nostra richiesta - è finito in un nulla di fatto.
Le illusioni seminate dai sindacati confederali nazionali su Taranto, si sono rilevati tali.
 
Lo slai cobas Cementir ribadisce che è stato lo sciagurato accordo tra azienda e confederali del 2013, che diede via libera alla CIGS a fronte di un fumoso impegno del Gruppo a una ristrutturazione ("rewamping"), mai mantenuto, a segnare il passo per tutto il prosieguo della vicenda.
Quell'accordo è servito da copertura e apripista ai piani aziendali di liquidazione di fatto dello stabilimento.
All'epoca la Regione si impegnò perfino a cofinanziare la ristrutturazione e ammodernamento degli impianti - "ci costò fatica far passare quella delibera e oggi, con una diversa maggiornaza, un provvedimento simile sarebbe ancora più difficile da ottenere", ha subito avvertito il dirigente regionale. 
Oggi lo slai cobas chiede che la Regione si impegni realmente perchè alla Cementir non passi nessun esubero, in nessuna forma, e soprattutto per inchiodare l'azienda alle proprie responsabilità.
Non si può consentire che anche altri posti di lavoro siano persi nella realtà industriale di Taranto, già pesantemente penalizzata.Non si può permettere che il gruppo Cementir continui a fare profitti e in nome dell'internazionalizzazione si sbarazzi della produzione in Italia, lasciandosi alle spalle deserto occupazionale e devastazione ambientale e scaricando tutti i costi sui lavoratori e la popolazione.

Non servono ammortizzatori sociali senza un VERO E NON FINTO piano industriale che preveda l'occupazione di tutti gli operai.
Noi non vogliamo che la Cementir faccia la fine di tutte le altre aziende che su questo territorio stanno chiudendo e cuocendo a fuoco lento i lavoratori.

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