Il presidente della Corte d'Assise ha rigettato l’istanza di trasferimento del processo da Taranto,
un'ennesima provocatoria manovra degli imputati maggiori e dei loro avvocati di
togliere a Taranto la possibilità di giudicare e sorvegliare il più importante
processo mai celebrato a cui guardano operai e masse popolari della città, ma
anche tutto il nostro paese che respinge la logica delle morti sul lavoro e dei
quartieri inquinati.
Noi vogliamo giustizia con condanne vere e pesanti, vogliamo risarcimenti
per le parti civili
L’unico risultato che i nemici del processo hanno ottenuto è quello di
allungarne i termini - forse era loro reale scopo.
La giornata di oggi ha visto finalmente raccolto l’appello da noi fatto a
partecipare in massa al processo.
Un centinaio ed oltre di persone si è accalcata all’ingresso dell'aula Alessandrini, tanto da non
poter essere contenuti nell’aula (a proposito che fine ha fatto la nuova sede
del processo a lungo promessa e in eterno allestimento?) dando finalmente un
segnale di partecipazione e interesse.
Questo è importante, perchè va smentita la diceria interessata, seminata in città, secondo cui partecipando al processo lo si danneggiava e se ne favoriva il
trasferimento. Quando è esattamente vero il contrario (eoggi ne è stata una dimostrazione):
lasciando il processo nel deserto e nelle mani dei cavilli giuridici e di
addetti ai lavori si favoriscono i nemici del processo e si espropria la città del
suo diritto a sentire e a far sentire la propria voce.
E' così che in altri importanti processi del genere Taranto, vedi Eternit, Thissenkrupp, Viareggio, si è potuta avere una parziale giustizia.
Ma la sentenza emessa oggi è stata importante anche su altri temi.
Innanzitutto è stato messo un freno alla manovra governo/Riva sul
patteggiamento, a cui la nuova procura Capristo si è prestata in maniera a nostra
giudizio illegittima, politicamente e giuridicamente sbracata, con la questione del "cosiddetto" miliardo e 300 milioni.
Oggi la posizione per il
patteggiamento di due aziende, Ilva spa commissariata e RIva Forni Elettrici, è stata stralciata e rinviata a nuova sezione
della Corte di Assise, con un giudizio abbastanza negativo del presidente che invita praticamente la nuova sezione a respingere i patteggiamenti.
Mentre
priva di fondamento è stata dichiarata la richiesta di patteggiamento della ex Riva Fire, messa su
appositamente con un artifizio ingannevole.
Questo passaggio permette finalmente che il processo, ‘che non s’ha da fare’,
possa finalmente iniziare il suo dibattimento.
vogliamo che le istanze di operai e cittadini, parti civili in nome di
tanti altri vengano raccolte e soddisfatte in tempi processuali non
epocali.
L’avvocato Bonetto, del foro di Torino, con un suo intervento per le nostre parti civili in aula
ha fatto sentire forte chiaro questo orientamento, compreso nella critica
dell’attuale Procura.
Sappiamo purtroppo che questa battaglia non è che all’inizio e che va
perseguita con tenacia, determinazione, serietà e partecipazione.
Circa poi gli effetti in fabbrica di questo passaggio ne parliamo in altra
nota nei prossimi giorni.
Le parti civili operai Ilva /lavoratori cimitero/gruppo abitanti quartieri
tamburi, paolo VI, ecc.
slai cobas per il sindacato di classe
info 347-5301704
1 marzo 2017
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