Come si sono fatti i soldi i padroni indiani
Cosa succede nelle fabbriche indiane
La Maruti Suzuki non è una industria siderurgica
ma la logica nelle fabbriche indiane è la stessa
Il
documento pervenuto dai lavoratori indiani.
Chiamiamo
tutti alla informazione e mobilitazione
campagna internazionalista promossa dallo Slai cobas per il sindacato di classe /CN
insieme al comitato internazionale India
347-1102638
Chiediamo giustizia per i lavoratori Maruti Suzuli condannati al carcere a vita
Il 18 marzo 2017 il Tribunale di Gurgaon ha
condannato 13 lavoratori di Maruti Suzuki all'ergastolo per omicidio. 12 di
questi al tempo dei fatti erano dirigenti del sindacato dei lavoratori Maruti
Suzuki, altri 18 sono stati condannati a pene da tre a cinque anni per disordini
e lesioni gravi. I procedimenti contro questi lavoratori erano stati
depositati nel luglio 2012, dopo gli incidenti nello
stabilimento di Maruti Suzuki di Manesar, nei quali un capo aveva perso la vita.
Su denuncia dell’azienda, la polizia arrestò 148
lavoratori, accusati di cospirazione e dell'uccisione del funzionario
dell’azienda.
Dopo un
processo durato 4 anni e mezzo, la sentenza del tribunale si basa su prove
inconsistenti.
L'accusa non è riuscita a portare prove circostanziali
sufficienti a dimostrare neppure che qualcunodegli imputati fosse responsabile delle violenze avvenute, per non parlare della morte del dirigente aziendale. La sentenza contraddice anche le relazioni forensi e i rilievi post-mortem presentati alla corte. In particolare, i dirigenti della società presentati allacorte come testimoni dell'accusa hanno negato di essere presenti al momento dell'incidente. Alcuni di loro hanno addirittura ammesso di agire su ordine della direzione della Maruti-Suzuki.
117 degli operai arrestati sono stati prosciolti da
tutte le accuse, nonostante l’accusa avesse mosso la stessa imputazione contro
tutti i 148 lavoratori. L'assoluzione dell’80% degli operai accusati dimostra
che uno dei principali scopi dell’azione della polizia fosse terrorizzare in
massa i lavoratori e che i giudici avevano torto quando ha negato loro la
libertà su cauzione. Questi lavoratori sono stati costretti a trascorrere 31
mesi in carcere senza alcuna colpa. Il loro diritto fondamentale alla vita e
alla libertà è stato negato, ma nessuno sarà mai punito
per questo.
Quella per i fatti alla Maruti è
l'ultima di una serie di sentenze per incidenti
verificatisi negli impianti di Pricol (Coimbatore), Graziano (Sūrajpur) e
Regency Ceramics (Yanam), dove lavoratori attivisti sindacali hanno finito per
essere accusati di omicidio. Mentre tutti i governi
hanno mostrato scarso interesse a perseguire le
violazioni delle normative sul lavoro da parte dei datori di lavoro, la
punizione per i lavoratori è stata rapida e severa. In tutti questi casi
tribunali hanno condannato i lavoratori per accuse prefabbricate e sono andati
al di là della loro stessa legge, a riprova della natura di classe della
giustizia in questo paese.
Nel maggio 2013 l’Alta Corte di Punjab e Haryana
aveva negato ai lavoratori Maruti la libertà su cauzione, con
l'argomentazione che se fossero stati liberati, gli investitori stranieri non
sarebbero più stati propensi a investire in India, per
paura di agitazioni sindacali, come se il diritto dei cittadini alla giustizia
dovesse dipendesse dalla fiducia degli investitori esteri. Questo è un chiaro
esempio del degrado del sistema dellagiustizia penale e di come essa non
rispetti i più elementari principi di giustizia. Dovrebbe essere motivo di
indignazione per ogni cittadino indiano il fatto che, mentre i leader politici
responsabili di alcuni dei più odiosi pogrom della storia dell’India
indipendente non sono stati nemmeno sfiorati dal sistema
della giustizia penale, i lavoratori Maruti Suzuki sono stati condannati al
carcere a vita su prove inconsistenti.
Un ulteriore recente sviluppo è l'uso di guardie
armate private assoldate dei padroni per minacciare i
lavoratori. Secondo i lavoratori dell’impianto della Honda scooter diAlwar,
Rajasthan, lo scorso anno il loro sciopero è stato
interrotto con l'aiuto di teppisti armati chiamati dalla direzione, che li hanno
aggrediti all'interno dell’impianto e anche in città, davanti agli occhi di tutti. I lavoratori Maruti
Suzuki hanno anche denunciatoche il giorno degli incidenti circolavano nello
stabilimento un gran numero di energumeni assoldati per minacciare i
lavoratori.
In ogni società il movimento di classe dei
lavoratori è un grande baluardo di democrazia. Il popolo dei senza proprietà è
riuscito a ottenere il diritto di voto e gli altri diritti democratici solo dopo le dure lotte
sostenute dalle organizzazioni operaie. La politica
della classe lavoratrice cerca di costruire la solidarietà tra chi lavora, al di làdelle divisioni regionali,
linguistiche, religiose e di casta. Dall’altro lato, la politica di destra è una
politica di odio, che divide il popolo. In India per decenni il Sangh Parivar ha
diffuso l’odio contro le minoranze, ed esercitato
violenza contro di esse. La lotta della classe operaia per tenere insieme tutti
i lavoratori e formare sindacati indipendenti in grado di sfidare la rapina dei
capitalisti è anche una sfida diretta al grandi piani
dell’Hindutva.
I lavoratori Maruti Suzuki hanno sfidato con
coraggio i piani oscuri di direzione, governo e polizia, e sono ancora in piedi,
saldi nel loro impegno. Tutti gli operai condannati all'ergastolo dalla Corte
avevano meno di trenta anni quando furonoarrestati dalla
polizia. È stati necessario che il loro impegno per i diritti del popolo
lavoratore fosse contrastato dalla violenza dei mazzieri del Sangh Parivar
contro le minoranze, i dalit, studenti e docenti universitari, con il pieno sostegno del governo Modi. Dovrebbe essere chiaro a
tutti che il futuro di questi lavoratori è il futuro della democrazia in India.
E, ora che questi giovani sono stati condannati all’ergastolo, è la democrazia
in India ad essere sotto processo.
Condanniamo la collusione tra azienda, polizia e
magistratura nel caso Maruti Suzuki.
Condanniamo l'arresto dei manifestanti che il 16 marzo si
erano ritrovati davanti alHaryana Bhavan a Delhi per esprimere la loro
indignazione contro la sentenza.
Condanniamo a anche il governo dell’Haryana per per
aver imposto l’art. 144 nella cintura industriale di
Gurgaon Manesar, nel tentativo di impedire che i lavoratori protestasserocontro
questa distorsione della giustizia.
giustizia ai lavoratori ingiustamente
condannati.
Facciamo appello a opporsi
immediatamente a questa sentenza palesemente
filo-padronale, che attacca i diritti legittimi del popolo
lavoratore attraverso incriminazioni
penali.
Salutiamo i lavoratori della cintura
Gurgaon-Manesar, che a migliaia si sono mobilitati in solidarietà contro la
sentenza e hanno promesso di intensificare la loro lotta
nei prossimi giorni.
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