Sono state le lavoratrici, le precarie, le disoccupate, ad iniziare bene questa bella giornata dell’8 marzo, con il loro sciopero delle donne nei posti di lavoro.
Sono le operaie della selezione della differenziata della Pasquinelli, dove rischiano la salute ma ora a fine mese anche il lavoro; sono le lavoratrici della Dussmann delle pulizie e manutenzione nelle scuole per mesi in cassintegrazione e ora hanno ripreso il lavoro ma da due mesi non ricevono i soldi dall’Inps; le lavoratrici degli asili che fanno doppio lavoro di pulizia e ausiliariato ma pagate per uno solo; sono le precarie dei servizi domestici che devono sbattere per mantenersi uno straccio di lavoro; sono le disoccupate che con orgoglio, come ha detto una questa mattina ha abbandonato il lavoro di badante perchè i padroni la fotografavano per controllarla in ogni momento.
Queste donne a Taranto hanno fatto un presidio sotto il Comune a piazza Castello, portando tutta la loro rabbia contro Ditte e lo stesso Comune, il Sindaco, per una condizione che tocca l’insieme della loro vita. Ma hanno portato soprattutto l’impegno a continuare in tutti i giorni la lotta, perchè le donne proletarie non lottano solo un giorno ma tutti i giorni.
Quindi vi è stato un vivace, combattivo presidio itinerante nel centro città, che ha rotto i divieti della questura (che pretendeva che sfilassero sui marciapiedi...) ed è arrivato in piazza Immacolata, dove la ribellione si è unita anche alla gioia e orgoglio di questo sciopero a livello mondiale che dice chiaro a tutti: non sarà più come prima...! – e su un palco nella piazza le lavoratrici hanno anche ballato, cantato.
Infine, le lavoratrici, anche qui rompendo i “protocolli” Istituzionali, sono salite in massa in prefettura e hanno imposto un lungo incontro col viceprefetto, in cui ogni lavoratrici, precaria, ha denunciato la condizione di centinaia di lavoratrici a Taranto, sfruttate, discriminate, e il silenzio della Prefettura su aperte violazioni di legge e truffe, da parte di Ditte e del Comune. Si è consegnata una piattaforma costruita con le lotte delle donne su tutte le questioni, non solo lavoro, ma anche la grave condizione sanitaria, l’impossibilità a Taranto di abortire, ecc.
L’incontro si è concluso solo quando il viceprefetto ha preso degli impegni nel mese, in particolare verso le operaie della Pasquinelli e le lavoratrici degli asili.
Queste lavoratrici hanno dato il vero senso di questo 8 marzo: lo sciopero delle donne; uno sciopero storico che vogliamo che faccia preoccupare padroni, governo, Stato, uomini che odiano le donne!
Movimento femminista proletario rivoluzionario
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