mercoledì 11 novembre 2020

Arcelor Mittal Genova: vittoria parziale degli operai contro il fascismo padronale. Ritirati 1 licenziamento su 3 e le sospensioni

Arcelor Mittal Genova: dopo il blocco dei cancelli, uno sciopero e un corteo arrivato sotto la Prefettura di Genova, l'azienda ritira un licenziamento e la sospensione (senza stipendio) ai 250 operai.

E' una vittoria parziale perchè rimane il licenziamento per gli altri 2 operai che non giustifica la decisione della Fiom di fermare lo sciopero e i blocchi ai varchi dell'azienda


La Fiom contro ArcelorMittal: "Dopo il fascismo, metodi come la serrata non si sono praticamente più visti"

Tre metalmeccanici sono stati mandati via dall’azienda perché accusati di aver “adibito impropriamente a refettorio” una sala di cui avevano le chiavi. In solidarietà ai colleghi licenziati, mentre spiegava le modalità del “blitz” con un messaggio vocale su un gruppo chiuso via whatsapp, un quarto operaio è stato licenziato per aver definito “un coglione” chi avesse pensato di punire con il licenziamento i colleghi per via della “cuccia”, come nel lessico di fabbrica vengono definiti questi piccoli spazi che in passato sono già stati allestiti (sempre al livello informale e non autorizzato) all’interno dei reparti.

“Mi sento come se mi avessero dato l’ergastolo per aver attraversato con il semaforo giallo” commenta la vicenda del suo licenziamento come conseguenza del messaggio vocale Luigi Guadagno, sindacalista e lavoratore con 20 anni di esperienza all’interno della fabbrica

Luigi Guadagno, uno dei tre lavoratori licenziati sarà reintegrato nel personale e le lettere di sospensione ai 250 lavoratori individuati dalla azienda a seguito delle proteste saranno ritirate. Questo il risultato del confronto con il prefetto Carmen Perrotta, il direttore dello stabilimento di Genova Massimo Pagliaro e la Fiom avvenuto nelle prime ore del pomeriggio a seguito della manifestazione dei lavoratori dell’ex Ilva.

Per “Gigi”, come lo chiamano i colleghi, solo tre giorni di sospensione per il messaggio vocale in cui insultava il direttore dello stabilimento Massimo Pagliaro dopo le ispezioni delle scorse settimane che avevano portato alla scoperta della cosiddetta ‘sala relax’.

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