A Taranto invece nessun segnale
– Nessun accordo tra sindacati e ArcelorMittal in merito al rinnovo della cassa integrazione da Covid per altre 6 settimane.
Alla mancata firma hanno portato il rifiuto della richiesta d’anticipo del premio previsto a fine anno e l’assenza di passi in avanti concreti in termini di manutenzione e sicurezza.
Ora la cassa proseguirà comunque per altre 6 settimane, con le condizioni che dovrebbero rimanere quelle attualmente in essere (430 dipendenti a rotazione tra tutti i reparti).
La multinazionale, in teoria, potrebbe però a questo punto
modificare le cose unilateralmente anche se, in questo caso, gli operai
non starebbero di certo a guardare senza reagire.
Sindacati e Rsu hanno proposto un’intesa di tre settimane,
in modo da consentire alle parti in causa di rivedersi poi a dicembre e
discutere i programmi produttivi e manutentivi per le restanti tre. Un’ipotesi poi rispedita al mittente dalla proprietà.
LA NOTA CONGIUNTA DI FIM, FIOM E UILM
Il giorno 16 novembre c/o ARCELOR MITTAL di Novi Ligure
si sono incontrate le RSU e le segreterie di FIM CISL FIOM CGIL UILM UIL
con la dirigenza aziendale in merito alla proroga della CIG COVID per ulteriori 6 settimane L’incontro si è concluso con
un mancato accordo. Questo perché l’azienda dopo aver illustrato il
programma produttivo fino ad inizio 2021, ha dato risposta negativa alla
richiesta di anticipare il premio previsto a fine anno, propedeutica
all’integrazione delle tredicesime che i lavoratori percepiranno
decurtate, oltre alle richieste di ottemperare ad impegni già presi in
precedenza di manutenzione e installazione delle caldaie.
Dopo un lungo confronto in cui le OOSS hanno manifestato
la propria perplessità su un programma che prevedeva due settimane di
fermata a fine anno, che graverebbero ancora una volta sul personale di
produzione ed hanno proposto un accordo su tre settimane che consentisse
alle parti di rivedersi nel mese di dicembre per discutere i programmi
produttivi e manutentivi per le ulteriori tre settimane. La proposta
delle OOSS non è stata presa in considerazione dall’azienda che ha
chiesto di firmare per tutte e sei le settimane e pertanto si è arrivati
al mancato accordo. Ancora una volta le OOSS e RSU devono prendere atto
che la multinazionale ArcelorMittal utilizza tutti gli ammortizzatori a
sua disposizione e senza contributi, senza dare disponibilità di
investire un euro negli impianti, per i dipendenti o per garantire il
futuro dello stabilimento. Il fatto che in questi giorni stiano andando
avanti le trattative tra Invitalia e multinazionale fa pensare che
ArcelorMittal stia attendendo l’entrata del capitale pubblico per
spendere i soldi necessari al mantenimento e funzionamento produttivo.
Dato che l’impegno assunto dalla multinazionale negli
accordi sottoscritti nel 2018 erano altri e prevedevano l’investimento
di capitali privati non riteniamo più accettabile un comportamento
simile da parte di un colosso, che nonostante il COVID avrebbe le
risorse per almeno fare le manutenzioni essenziali.
L’esempio più lampante è quello delle caldaie per il
riscaldamento che sono in attesa di pagamento per essere installate o di
impianti che, come già detto nelle sedi istituzionali, necessitano di
manutenzione per la sicurezza dei lavoratori ed il funzionamento degli
impianti.
Pertanto con il mancato accordo le RSU di Novi Ligure e
FIOM CGIL FIM CISL e UILM UIL hanno voluto dare un segnale chiaro alla
multinazionale che non piò proseguire con questi comportamenti.
Nessun commento:
Posta un commento