venerdì 18 luglio 2025

Cisl - La longa manu del governo tra i lavoratori

 Dal blog proletari comunisti


Usare la parola "sindacato" - anche il più collaborazionista con padroni e governi - per la Cisl è inappropriata. 

Se la politica, i piani della Cisl, sono quelli espressi dalla attuale dirigente nazionale, Daniela Fumarola (*), al congresso aperto il 16 luglio, e prima ancora da Sbarra con la legge corporativa sulla "partecipazione dei lavoratori all'impresa" - grazie a cui è stato nominato/premiato dalla Maloni sottosegretario per il sud? - ; così come l'opposizione ai referendum sui diritti dei lavoratori e degli immigrati (per indicare gli ultimi decisivi passaggi che hanno caratterizzato la linea e l'azione della Cisl), questa organizzazione che si dice "sindacato" agisce tra i lavoratori, le lavoratrici come rappresentante dei padroni e del governo, voce degli interessi di chi opera ogni giorno per peggiorare la condizione dei lavoratori, per togliere diritti. 

Giustamente il giornale Il Manifesto scrive: "il congresso della Cisl è stato allestito come una kermesse di un partito di maggioranza. Lo dimostra il programma che prevede la presenza di ben 4 ministri, più il meloniano Raffaele Fitto... e altre personalità riconducibile alla destra di governo". 

E in effetti, la dirigente ha parlato come se fosse segretaria di un altro partito di destra. 
Il governo non può agire direttamente tra i lavoratori; anche oggi, per quanto la situazione soggettiva tra i lavoratori non va affatto bene, se il governo, la Meloni, i ministri intervenissero direttamente sarebbero mandati a quel paese; ci vuole, quindi, un sindacato che formalmente lo è, ma che parla e agisce come un'altra gamba del governo. 

Nel suo intervento la Fumarola ha lanciato un «grande patto di responsabilità: governo, sindacato e sistema delle imprese che partecipino insieme verso obiettivi comuni»; dando seguito al patto, ora legge, neo corporativo di Sbarra - che lega i lavoratori esplicitamente alle sorti delle aziende. In sintesi: "se l’impresa fa utili io partecipo alla spartizione di una minima quota di quegli utili, ottenuti grazie allo sfruttamento degli operai, al taglio dei costi del lavoro/dei salari; se l’impresa perde, io me ne faccio carico, mettendo una parte del mio salario, collaborando nella gestione dei licenziamenti, della riorganizzazione produttiva, del ridimensionamento, se non della completa scomparsa dell’impresa…".

Per questo uno dei primi saluti fatti dal palco da Giorgia Meloni - accolta con grande calore dalla Daniela Fumarola, un pò meno dai delegati cisl - è stato al neo sottosegretario, Sbarra, dicendo: «Sono fiera di averlo tra i banchi del governo». E sulla legge sulla partecipazione, parla di «conquista storica» perché contribuisce a scardinare «quella distruttiva e vecchia visione conflittuale tra lavoratori e datori di lavoro, tra padrone e operaio». Quindi, non solo nessuna "vecchia" contrapposizione, e "antica" lotta di classe, ma un "vogliamoci bene tra operai e padroni". Chi non è su questa posizione di fatto, ha praticamente detto la Meloni, è assimilabile alle Brigate rosse, ricordando, non a caso, nel suo intervento gli assassinii di professori, collaboratori dei governi, che hanno contribuito (vedi Biagi) a cancellare quelle poche leggi a favore dei lavoratori e ad iniziare la stagione lunga di leggi e prassi per cui i lavoratori sono "usa e getta" e non devono pretendere alcun diritto.   

La Daniela Fumarola «soddisfattissima» dell'intervento e complimenti della Meloni, l'ha assicurata: sul patto «andremo avanti con chi ci sta».

Continuando la Fumarola ha attaccato i referendum di giugno, dicendo che si tratta di "arnesi vecchi e pesanti, indossando armature di un tempo che non c’è più..., (occorre rimuovere) "troppe tare antiche...". Quindi. operai, lavoratori tutti, precari scordatevi di avere diritti, questo poteva accadere in un tempo passato, ora non più. E - tanto per essere chiari - oggi i lavoratori non devono lottare, prendersela con chi, padroni e governo gli rende la vita impossibile, li licenzia, gli fa contratti "usa e getta", gli aumenta i carichi di lavoro, attacca ancor più sicurezza e salute, li fa morire... NO! Perchè, ha detto Fumarola, è «facile prendersela con qualcuno se le cose non funzionano, piuttosto che rimboccarsi le maniche e affondare le mani nella creta del possibile».

Sul resto, la dirigente Cisl "lancia giusto una proposta sullo ius scholae ma per ribadire che non sarà una spina nel fianco della maggioranza, si dice favorevole al nucleare e contraria al salario minimo".

Fumarola nei vari passaggi si è presa la "pizzicata" con gli altri sindacati confederali, Cgil, Uil, che, ma non poteva essere diversamente, hanno risposto tutto sommato timidamente, chiedendo rispetto (reciproco), facendo notare, soprattutto Landini, che di patti loro ne hanno sottoscritto eccome, ma "c'è un problema di applicazione". 

Ma la realtà è che, tra i lavoratori, le lavoratrici, va ben compresa la natura della Cisl e la sua funzione attuale nel movimento dei lavoratori; essa non va affatto sottovalutata e normalizzata. Certo anche gli altri sindacati confederali, Uil, Cgil, sono da tempo collaborazionisti, e quando possono cogestori dei processi anti lavoratori nelle fabbriche, nei posti di lavoro; ma la Cisl va oltre. E' il corporativismo di stampo fascista, che lega, come la corda sostiene l'impiccato, i lavoratori al sostegno dei padroni e del governo, un corporativismo che viene sempre più dai vertici Cisl praticato, politicamente, sindacalmente, ideologicamente. La Cisl è il sindacato giusto nella marcia del sistema borghese verso un moderno fascismo.

Questo va subito capito dagli operai, dai lavoratori, dalle lavoratrici, per trarne le necessarie conseguenze.

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 (*) Noi di Taranto conosciamo benissimo la Daniela Fumarola, la sua politica, attitudine di serva verso l'Ilva e i governi.

 

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