L'assemblea tenutasi lunedì nella piazzetta Gandhi ha visto la partecipazione circa 300 persone, tra associazioni ambientaliste, rappresentanze civiche, esponenti di partiti come 5 Stelle, consiglieri comunali, cittadini, aveva come tema unitario maggioritario la chiusura dell'ex Ilva, la denuncia del rinnovo dell’Aia nonostante il parere negativo espresso dal sindaco di Taranto, di Statte, dal presidente della Provincia e dal presidente
della Regione Puglia e invito rivolto ai consiglieri è di respingere ogni ipotesi di intesa
che non preveda la dismissione definitiva degli impianti ritenuti
inquinanti. No “compensazioni” in cambio della salute”.
Ma negli interventi si sono evidenziate differenze.
Ma negli interventi si sono evidenziate differenze.
Di seguito alcune sintetiche informazioni da parte di rappresentanti dello Slai cobas per il sindacato di classe che erano presenti all'assemblea.
Marescotti PeaceLink insiste sul ricorso al Tar contro l'Aia e sul fare pressione perchè non si accetti l'Accordo di programma;
Giustizia per Taranto nel valorizzare la grossa partecipazione ha sottolineato come fatto positivo che gli Enti locali abbiano detto no all'attuale accordo di programma presentato dal governo; e ha ricordato che ad ottobre comincerà un altro processo Ilva (simil "Ambiente svenduto") che riguarderà i danni odierni dell'ex Ilva all'ambiente;
Un ex operaio Ilva in rappresentanza di un movimento civico ha denunciato la Cisl che ha plaudito alle decisioni del governo, e l'assenza degli altri sindacati presenti in Ilva. Sì alla chiusura della fabbrica, però si deve risolvere il problema occupazionale degli operai mettendoli a lavorare nelle bonifiche:
Un ragazzo studente (unico a dirlo) ha detto che solo i lavoratori hanno la forza per cambiare lo stato di cose esistente;
I Liberi e pensanti hanno polemizzato con altri interventi, rivendicando che le cose che vengono dette ora le avevano dette insieme prima, poi vi è stata una divisione tra le varie realtà; no alle pressioni verso gli Enti locali vesro cui non bisogna avere nessuna fiducia perchè prima dicono no e poi sì. Quindi: dobbiamo fare da noi. Proposta di marciare sulla fabbrica per "chiuderla noi". Gli operai che potevano opporsi erano quelli del 2 agosto 2012.
Un rappresentante dei 5Stelle ha detto di inviare una pec al sindaco sulla bozza di accordo;
Il consigliere Luca Contrario: importante che per la prima volta gli Ento locali hanno preso posizione; altro consigliere Lenti da "politicante" si è autodichiarato "Noi siamo la classe dirigente".
Le conclusioni sono state:
- una Dichiarazione comune di "stato di emergenza sanitaria e ambientale"; evidenziando l’impatto delle emissioni che continua a colpire in modo
grave la salute pubblica, soprattutto quella dei bambini e delle fasce
più vulnerabili della popolazione. La Dichiarazione sarà inviata alla Presidenza del Consiglio, ai ministeri competenti,
alla Commissione Europea, alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e
all’Organizzazione delle Nazioni Unite, chiedendo un’indagine
internazionale indipendente,
- 24 luglio nuova assemblea in piazza Garibaldi;
- 30 luglio al Consiglio comunale sull'Accordo di programma.
LA POSIZIONE DELLO SLAI COBAS
In tutta questa questione/mobilitazione ambientalista che ora si è riaperta a Taranto, la massa degli operai non ha alcuna possibilità di farsi sentire. Ma gli operai Acciaierie, dell'appalto, gli operai in Cigs in Ilva AS sono in realtà il centro di tutto, e sono gli operai che possono e dovrebbero offrire una soluzione generale che risponde ai problemi di salute, inquinamento dei quartieri.
Su questo la deviazione, il freno, è costituito principalmente dalla linea e prassi dei sindacati in fabbrica confederali e Usb.
Noi siamo contro questa Aia, contro l'Accordo di programma. Il confronto su questo con gli Enti locali è sbagliato.
Il Comune ha tutti gli strumenti, di legge, amministrativi, per intervenire in difesa della cittadinanza. Ma non lo fa! E, peggio, agisce con una logica di scambio tra accettazione dell'accordo di programma del governo e soldi e interventi su Taranto: interventi che si dovrebbero fare a prescindere e che non devono dare occupazione agli esuberi ex Ilva ma ai disoccupati, precari, giovani di Taranto.
Se la nave rigassificatrice, gli impianti Dri inquinano, il Comune, la Regione hanno tutti gli strumenti per dire: Stop, senza chiedere a nessuno, nè fare accordi. Ma non lo fanno, non lo vogliono fare, al massimo denunciano ma si guardano bene dall'assumersi le loro responsabilità. Così di fatto si dice al governo: tu fai quello che ti serve, in cambio però dammi soldi per interventi Università, areoporto, ecc. ecc.
Noi non siamo d'accordo neppure che gli operai ex Ilva abbiano una cassintegrazione di tantissimi anni come è già avvenuto per la Belleli e ora per la Cementir. Si tratta di soldi pubblici buttati che hanno anche l'effetto di spegnimento della forza operaia o peggio di corruzione.
Noi siamo perchè gli operai siano impegnati nell'ambientalizzazione in fabbrica e nelle bonifiche dell'area industriale; e in questo siano tutti occupati dal nuovo padrone che si prenderà l'Ilva.
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