Intervento compagno Slai cobas sulla mozione operaia
Interventi compagne di #iostoconlapalestina - Taranto - 1
2 (stralci) - “...no
alla riproposizione del solito pacifismo-umanitario, inneggiante ad
una pace generica, neutra e neutrale, equidistante contro tutte le
guerre, guerra generica e in generale.
I
percorsi di mobilitazione, presidi che portano avanti questi
obiettivi, questi slogan attraverso striscioni, comunicati e
piattaforme, sono ambigui ed opportunisti, sono un vestito che sta
bene ovunque e specialmente a chiunque, sono equidistanti dalle
situazioni in atto e dal quadro geopolitico in cui avvengano.
D'altra
parte questa narrazione “pace e contro tutte le guerre”, è
quella portata avanti da mass media, da una propaganda borghese che
fa capo a schieramenti radical chic e da campo largo, dal tutti
insieme appassionatamente a prescindere. ricordiamoci del 15 marzo a
Roma. I
Insipida
ma velenosa la mistura di pace e guerra, una bandiera della pace
senza aggettivi dietro la quale è comodo e facile sgambettare e
quindi le guerre sono tutte uguali con relativo sventolio di bandiera
della pace dalla Palestina all'Ucraina.
Quindi
il contro la guerra, frase asettica, ci mette dentro di tutto e di
più, l'Ucraina, la Palestina, Gaza, l'Iran; la mistura insipida di
per la pace e contro le guerre offusca, sminuisce il genocidio in
corso in Palestina. In Ucraina sono gli imperialismi che armano gli
ucraini con l'appoggio dell'Occidente al servizio della Nato, con
l'obiettivo di conquista di territori per il saccheggio delle
ricchezze naturali.
In
Palestina, in Gaza, in Giustania è in atto invece una guerra
genocida pianificata negli anni per il dominio sempre da parte USA
attraverso il suo avamposto nel Medio Oriente, Israele, e l'esproprio
di tutta la Palestina è in atto. Non c'è una guerra fra
imperialismi, ma una guerra impari, un genocidio contro un popolo che
resiste da cento anni, quindi il cuore di ogni iniziativa deve essere
la Palestina, la storia del suo popolo, della sua terra e della sua
resistenza. E' della resistenza che bisogna cominciare a parlare,
senza sé, senza ma, senza reticenze, senza omertà, senza
asservimenti e complicità ad una narrazione occidentale dei suoi
governi dell'Unione Europea che vuole offuscare, sporcare, infangare,
delegittimare la inscindibile unità fra il popolo e le sue
irrefrenabili organizzazioni di resistenza.
Resistenza
da cui molto facilmente e diffusamente si prendono le distanze, o non
se ne parla, anzi molto spesso se ne dà la colpa di quello che sta
succedendo per mano dello stato illegale, ladro e criminale di
Israele; ignorando cent'anni di storia, prima del 7 ottobre, prima
della legittimazione rivoluzionaria del 7 ottobre 2023, un 7 ottobre
che ha un valore storico e fondamentale nel far emergere la questione
palestinese dal silenzio complice e di comodo, decenni e decenni di
massacri, di ruberie, di saccheggi, di sfollamenti di milioni di
palestinesi, di gazawi, distruzione di campi agricoli, appezzamenti
dati alle fiamme con coltivazioni di animali, insediamenti a tutta
forza e sempre di più di coloni, armati ed assassini, ladri di terre
che sono una costola dell'esercito israeliano. Una pianificazione
genocidaria finalmente “oltreggiata” dall'azione della resistenza
di un popolo che ne è il cuore pulsante stesso, una resistenza che
ha tuonato, che ha infranto il muro del silenzio, delle complicità e
delle invulnerabilità dello stato abusivo e ventato, dello stato
terrorista d'Israele.
Dal
fiume al mare non è solo una frase e uno slogan, come non lo è
Palestina libera, la Palestina non si indossa, non è un gadget, la
palestina puzza di carni umane putrefatte, di sangue, di morte, di
grida di fame e di sete, prese a proiettili, gettate nel sangue dagli
israeliani e da tutto l'occidente complice e mandante. La Palestina è
anche decisamente resistenza, lotta armata, la Palestina è orgoglio,
è appartenenza, è storia di terra e di popolo nativo, di martiri e
fiori e frutti profumati, è storia di padri e di madri, di figli nel
tempo, la Palestina non si compra, non si vende, non si baratta e non
vuole pietà e pietismo alcuno. I semi sono nella terra, il tempo li
ha resi forti e custoditi, quel tempo che nulla cancella, nulla e
nulla nessuno cancellerà, i figli della Palestina continueranno a
risorgere di continuo, in un modo perpetuo continueranno a combattere
nonostante tutto, siamo anche noi figli della Palestina e loro
fratelli e sorelle
Palestina
libera dal fiume al mare e onore sempre alla resistenza e ai suoi
combattenti".
Corteo a Taranto 26 luglio - Chi sta con la Palestina scenda in piazza!
No genocidio/No deportazione
Palestina ai palestinesi
Con la Resistenza palestinese
Guerra di popolo fino alla vittoria
Contro la guerra imperialista - Contro il riarmo Usa/Ue/Italia - Contro il governo Meloni complice.
Blocchiamo tutto fino allo sciopero generale
Corteo a Taranto 26 luglio ore 18
da piazza Ramellini fino a piazza Immacolata
#iostoconlapalestina





Nessun commento:
Posta un commento