Liceo Ferraris di Taranto, la circolare che scuote le coscienze: il preside parla di genocidio a Gaza, richiama la storia e lancia agli studenti un appello contro la disuguaglianza e per i diritti umani
Una circolare diffusa dal Liceo Galileo Ferraris di Taranto, lo scorso 23 luglio 2025, accende il dibattito nelle scuole italiane in merito alla tragica situazione della Striscia di Gaza.
Il dirigente scolastico, Marco Dalbosco, indirizza un messaggio a tutta la comunità scolastica sollevando interrogativi profondi sulla drammatica escalation del conflitto in Medio Oriente.
Il documento, distribuito tramite i canali istituzionali del Liceo, pone al centro la questione della “cultura della disuguaglianza radicale” come matrice di ciò che viene qualificato senza esitazione come genocidio. Nella riflessione del preside, la guerra assume i contorni della “più nefanda delle condizioni umane”, e il valore delle vittime, in particolare quelle civili palestinesi, viene sottolineato come questione di giustizia sociale e consapevolezza storica.
Analisi storica e riferimenti al diritto internazionale
La circolare si distingue per l’approfondita analisi storica e normativa fornita ai destinatari. Vengono citate le principali definizioni internazionali di genocidio, a partire dalla risoluzione 96 (I) delle Nazioni Unite del 1946, fino alla Convenzione ONU del 1948 e allo Statuto di Roma che ha istituito la Corte Penale Internazionale nel 1998.
Vengono elencate, inoltre, le gravi violazioni che costituiscono genocidio, secondo il diritto internazionale: dall’uccisione di membri del gruppo al trasferimento forzato dei minori, fino alla sottomissione a condizioni di vita insostenibili.
Il dirigente scolastico chiama in causa, tra gli esempi più eclatanti della storia, gli eccidi subiti da armeni, cambogiani, ruandesi, indigeni delle Americhe e popoli dell’Africa, sottolineando come il fenomeno sia stato purtroppo ricorrente nei secoli.
Monito educativo e appello alla coscienza civile
Nella parte finale della comunicazione, il dirigente invita docenti, studenti e genitori a non restare indifferenti davanti alla sofferenza di Gaza e, più in generale, a qualsiasi manifestazione di odio e razzismo. Viene chiesto con forza alla scuola di continuare a promuovere l’educazione all’uguaglianza sostanziale, individuata come antidoto essenziale contro il dilagare di derive disumanizzanti.
Sottolineato il valore della memoria e dell’azione educativa nell’evitare che l’“abissale cultura della disuguaglianza” si radichi nella società, Dalbosco richiama il ruolo attivo delle nuove generazioni: “Sapranno riconoscerla, sapremo riconoscerla?”. Con questa domanda si chiude una riflessione che mira a dare senso al compito istituzionale della scuola, ribadendo la centralità dei valori fondanti della Carta internazionale dei diritti umani nel contesto scolastico
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