venerdì 10 aprile 2015

Ieri l'udienza per la morte di Ciro Moccia all'Ilva

Ieri è iniziata l'udienza preliminare per Ciro Moccia, morto in Ilva il 28 febbraio 2013, la prossima sarà il 21 maggio. 
"...Il Gip Todisco proprio riferendosi all'infortunio di Ciro Moccia scrisse che l'incidente "avvenuto negli impianti dell'area cokeria durante lo svolgimento di lavori di manutenzione non pianificati risulta indice della mancata programmazione delle attività di stabilimento da parte del datore di lavoro e dei dirigenti, condizione non compatibilerispetto alla complessità aziendale considerato che l'esecuzione di manutenzioni "a guasto" ordinariamente svolte prssso lo stabilimento, risultano in completa antitesi rispetto agli obiettivi di tutela dellasalute e della sicurezza dei lavoratori, nonchè a quelli di prevenzione degli incidenti rilevanti che, viceversa, inpongono l'attuazione di aappropriate misure di controllo operative del processo e di tutte le attività dello stabilimento rilevanti ai fini della sicurezza mediante l'attuazione di un sistema di gestione aziendale". Moccia perse la vita a fine turno... A cedere furono alcune lamiere sottili (pochi centimetri di spessore) poggiate dalla ditta "Emmerre" incaricata dei lavori di ristrutturazione sulla passerella utilizzata per spostarsi lungo ilpiano dove avviene il caricamento dei forni... Moccia non avrebbe potuto nè dovuto transitare in quel punto..." - (da GdM).

Il 28 febbraio grazie a Ciro non ci fu un altro morto, l'operaio Antonio Liddi, che ugualmente precipitò, ma si salvò perchè cadde sul corpo di Ciro Moccia.


Allora anche gli operai denunciarono: Un operaio testimone. «Siamo andati sul posto e secondo noi non c'erano assolutamente condizioni di sicurezza: le lamiere dalle quali sono precipitati i due operai erano poggiate su un piano di calpestio, messe lì per evitare la caduta di materiale che poteva danneggiare le persone che lavoravano giù, sotto le lamiere c'era un vuoto di dieci metri». «Hanno attraversato queste lamiere - racconta l'operaio - e giù c'era il vuoto: non so cosa sia accaduto, è strano che abbiano attraversato, credo che nessuno avrebbe attraversato quelle lamiere, ed è strano che lo abbia fatto proprio la vittima, un uomo di 130-140 chili, che aveva esperienza, che lavorava in questa azienda da tanti anni».

La denuncia del Comitato delle vittime sul lavoro 12 giugno: "La dinamica è la stessa del compianto Silvio Murri che cadde da una analoga impalcatura nel 2004 e circa un anno fa ha visto chiudersi in Cassazione il processo penale a carico dei responsabili con una pena blanda. Le cause sempre quella dei tempi imposti dalla proprietà, della cattiva manutenzione e dell'organizzazione del lavoro e del profitto che domina su tutto e tutti".

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