Nell’incontro con i sindacati sui contratti di solidarietà si è anche discusso dell’applicazione dei contratti di solidarietà dopo la protesta dei giorni scorsi da parte dei lavoratori dell’acciaieria 1 che hanno lamentato penalizzazioni nei loro confronti. Per una serie di mansioni professionali equivalenti, l’Ilva ha individuato un numero di lavoratori che, attualmente in contratto di solidarietà, possono ruotare con i colleghi al lavoro. E’ il caso, per esempio, del personale dell’acciaieria 1 - ora ferma - con l’acciaieria 2 per 163 unità, dell’altoforno 5, anch’esso fermo, con una trentina di addetti che potrebbero essere ridislocati presso gli altiforni 2 e 4, che invece sono in produzione, e del Treno nastri 1, con una quarantina di unità che verrebbero spostate sul «gemello» 2. Analogo discorso per i sindacati si può fare anche per i locomotoristi addetti all’area altiforni.
L’Ilva infine ha prospettato ai sindacati la necessità di utilizzare il periodo dei contratti di solidarietà per mettere in cantiere un piano di formazione del personale in modo che possa anche essere utilizzato in nuovi compiti. I sindacati, condividendo la necessità della formazione, hanno però chiesto che l’Ilva si faccia almeno carico dei costi che il lavoratore sosterrebbe nello spostarsi da casa al luogo di formazione perchè, è stato detto, non è possibile che con una solidarietà che già sta incidendo in modo significativo sulle buste paga i dipendenti debbano sostenere anche altri costi. Infatti, una delle ragioni della protesta dei giorni scorsi, è stata, oltre alla mancata rotazione del personale in solidarietà, anche la copertura salariale dell’ammortizzatore sociale, ferma per il personale Ilva al 60 per cento quando il recente decreto Milleproroghe l’ha ripristinato al 70. L’Ilva ha infine annunciato di aver drasticamente abbattuto lo straordinario - ora viene fatto solo per il mancato cambio turno - e che la presenza delle imprese appaltatrici è calata del 15 per cento.
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