giovedì 16 aprile 2015

La corte europea dei "diritti umani", sentenzia il diritto di Riva a uccidere le vite "umane".

La corte di Strasburgo dopo l'annullamento delle

condanne di mafiosi, come Reina e di superpoliziotti, come

Contrada, continua nella sua funzione a difesa dei potenti.

 Questa volta salva Riva!

STRASBURGO - La Corte europea dei diritti umani ha dichiarato inammissibile il ricorso contro l'Ilva. Secondo i giudici la ricorrente, una donna di Taranto, non ha dimostrato che sono state le emissioni dell'Ilva a causare la sua leucemia. La Corte ha stabilito che i tribunali italiani hanno agito correttamente non dando seguito alla sua denuncia.
Il ricorso e' quello presentato nel 2009 da Giuseppina Smaltini, una cittadina di Taranto, contro il governo italiano. La donna sosteneva di non essere stata protetta dalle conseguenze sulla sua salute derivanti dalle emissioni dell'Ilva. La malattia l'ha uccisa nel 2012. 
La Smaltini aveva scoperto di essere affetta da leucemia nel 2006 e aveva denunciato l'acciaieria, sostenendo che vi era un nesso di causa ed effetto tra le emissioni e la sua malattia. Ma per ben due volte i tribunali italiani hanno archiviato il procedimento.
Ed e' esattamente contro l'archiviazione che la signora Smaltini aveva fatto ricorso a Strasburgo, sostenendo che la decisione ha violato il diritto al rispetto della vita, perche' i tribunali non avevano riconosciuto il nesso esistente tra le emissioni dell'Ilva e la sua malattia. Ma i giudici di Strasburgo hanno di fatto dato ragione ai tribunali sostenendo che la signora Smaltini "non e' riuscita a dimostrare che le prove scientifiche acquisite dai tribunali per decidere del suo caso provassero il nesso" e quindi i magistrati italiani con le loro decisioni non hanno violato l'obbligo di proteggere il suo diritto alla vita. (Da Il Quotidiano)

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