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L’ennesimo schiaffone alla città. Che se lo merita, a scanso d’equivoci.
Evergreen ha scelto, forse ormai definitivamente, Bari e tanti saluti
ai suonatori. Sì, ce lo meritiamo: perché siamo fessi, e questa è
l’ennesima dimostrazione di quel che valiamo. Cioè: meno di zero.
Spiace la durezza e perciò vi sembreremo esagerati, nonostante scorra sangue tarantino nelle nostre vene. Ma siamo lontani dalla verità? No, questa volta proprio no. Il porto era forse rimasta l’ultima ancora di salvezza per il futuro di Taranto, o quanto meno l’approdo principe per uno sviluppo differente di questa città. E adesso, i baresi – che fessi non lo sono affatto e delle nostre debolezze hanno sempre approfittato – ce lo sfilano, avendolo pensato da tempo. Ricordate? Qualche tempo fa v’informammo sulle intenzioni dei baresi di costruirsi un bel distripark a seguito di un possibile e potenziale aumento dei traffici commerciali; la Regione Puglia approvò il progetto (presentato dai privati) e nel frattempo a Taranto, scoppiato il caso-Ilva, a Roma decisero assieme ai registi di via Capruzzi di dirottare altrove un po’ di milioni destinati al nostro distripark. |
giovedì 16 aprile 2015
Porto, sono lacrime di coccodrillo
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