Proletari comunisti è per la caduta
del governo Renzi, governo dei padroni, antioperaio e antipopolare,
che prosegue la marcia moderno fascista dell'attuale regime borghese.
Riteniamo che per questa caduta sia
necessario uno sciopero generale dal basso che abbia i caratteri di
una rivolta sociale di operai, studenti, precari, disoccupati, masse
popolari...
Il governo ha realizzato
l'approvazione del Jobs act, asfaltando l'opposizione interna e le
resistenze nel sindacalismo confederale, la Cgil in particolare; ha
fatto passare un primo pezzo di riforma costituzionale, giocando
abilmente sulla scomposizione-disfacimento dell'opposizione di
centrodestra; ha cominciato, aperto la strada verso l'intervento
militare imperialista negli scacchieri caldi del mondo, dall'Ucraina
al Medio Oriente, e punta ad avere un ruolo di prima fila in una
nuova guerra imperialista in Libia.
Tutti passaggi fatti o in corso,
portati avanti per decreto, per diktat, per segnalare che il modo di
governare è il cuore del problema...
...senza
la caduta del governo non ci sono possibilità per gli operai,
precari, disoccupati, i senza casa, i senza reddito, i movimenti che
si muovono contro la devastazione ambientale e territoriale, così
come quelli che vogliono contrastare le politiche sull'immigrazione e
guerrafondaie, non ci sono possibilità di ottenere risultati
concreti se non si lotta esplicitamente per la caduta del governo, se
non si costruisce la lotta generale come guerra prolungata, come
accumulo di forze per questa guerra prolungata. E in questo percorso
riorganizzare le file proletarie e popolari, il sindacalismo di
classe unitario e di massa, il fronte unito sociale e politico, gli
organi di direzione di tutto questo movimento.
Se guardiamo da questa prospettiva
possiamo vedere che le condizioni oggettive per tutto questo ci sono,
ma che le condizioni soggettive invece no; anzi, sembra che il tempo
non lavori per noi.
Gli operai stanno sempre peggio ma non
cresce la lotta, ma la rassegnazione, la sudditanza alle regole del
gioco e la subordinazione, passivizzazione alle strutture più
concilianti con il governo e i padroni. Anche i movimenti che
riguardano i precari, i disoccupati che rappresentano la parte più
debole e impoverita delle masse popolari tendono a sparire
dall'orizzonte dello scontro, invece che diventarne sempre di più i
protagonisti.
La nuova tendenza alla guerra e di
intervento imperialista non rivitalizza un movimento di lotta contro
la guerra, l'immane tragedia dei migranti affogati e dello
scatenamento di tutte le peggiori pulsioni razziste in rilevanti
parti delle grandi città del nostro paese non trovano il contrappeso
di una mobilitazione che pure avrebbe anche i numeri per spazzare via
le forze razziste e per stringere al collo del governo la denuncia
dei crimini che esso commette e che si accinge a commettere sempre
più nei confronti dei migranti e dei paesi oppressi in guerra.
Gli attacchi ostentati alla salute,
all'ambiente, al territorio riempiono pagine di giornali e
televisioni di testimonianze, di grida che però non producono nessun
movimento reale per cambiare questo stato di cose, ma solo alimentano
la antipolitica omologante che diventa sempre più il contrario di
un'azione, di una politica combattiva e combattente contro la classe
dominante, il suo governo trionfante.
Rispetto a questo stato delle cose,
bisogna innanzitutto invertire la tendenza. Fare la lotta nel nostro
campo perchè sono le posizioni dominanti nel nostro campo, la vera
quinta colonna dell'azione della borghesia e del suo governo.
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