“Questa è una cosa di un’importanza enorme... Il ministro ha
ascoltato le nostre posizioni, gli ho consegnato la nostra ultima
proposta che gli consentirà di decidere – nell’eventualità in cui scelga
di proseguire l’attività industriale della fabbrica..." Se invece deciderà di riconvertire immediatamente la fabbrica senza consentirne la prosecuzione dell’attività “noi
ci limiteremo a chiedere assicurazione sui livelli
occupazionali...“. Quindi “piena
collaborazione con il ministro che ha ascoltato con enorme interesse
per tutta la mezz’ora del colloquio, devo dire è stato estremamente
cordiale e quindi se devo trasmettere un’impressione personale: la città
di Taranto e i cittadini sanno adesso di poter contare su un ministro
dello Sviluppo economico che non ha interesse a risolvere la crisi
aziendale punto e basta, ma vuole definitivamente dare un assetto alla
questione Ilva per i prossimi anni“.
Se si deciderà di far proseguire l’attività industriale della fabbrica “l‘unica
strada possibile è la cosiddetta decarbonizzazione, ovviamente nei
tempi industrialmente accettabili non si può pensare di decarbonizzare
immediatamente“. Se si decide di chiudere “secondo il mio
giudizio, occorre una quantità di denaro enorme, che ovviamente prevede
non solo tutte le bonifiche ma anche la costruzione di alternativa
industriali“. In conclusione, Emiliano ha aggiunto “sto meglio,
perché le mortificazioni che ho avuto in passato sono state terribili...“.MELUCCI: “È stato un incontro gradevole, ho trovato un ministro con un sano equilibrio, molto pragmatico e siamo fiduciosi che ci si possa mettere a lavorare... Penso e spero non si resetti tutto quello che è stato fatto in questi mesi, c’è un cauto ottimismo ora bisognerà vedere la distanza tra le parti“, ha aggiunto: “Come si fa a essere per la chiusura, quando c’è un plafond di 5 miliardi di investimenti, parchi minerari di cui sta partendo il cantiere e già da qualche settimana procedure ambientali e investimenti in tecnologie... non siamo nel migliore dei mondo possibili, però, prima di fermare tutto e aspettare utopiche ventennali bonifiche – non si sa con quali coperture – preferisco restare coi piedi per terra e mi fa piacere che anche il ministro abbia questo approccio“.
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