La novità, negativa, nell'udienza del 7 giugno è stata la costituzione di parte civile di uno dei poliziotti che sostiene di essere stato "minacciato/aggredito" perchè con una telecamera stava cercando di documentare le persone che manifestavano (all'evidente scopo di denunciarle, come in effetti poi è accaduto).
Ma lì chi erano gli aggrediti? I poliziotti che impedirono con la forza di avvicinarsi al luogo (il Museo) dove stava Renzi; o le centinia di donne, operai dell'Ilva, lavoratori cimiteriali, lavoratrici precarie, tanti giovani, gli abitanti dei quartieri che dovevano trovarsi a Taranto Renzi che in modo platealmente provocatorio veniva a prendersi gli applausi di padroni e Istituzioni per l'ennesimo decreto a favore dell'Ilva, varato pochi giorni prima?
Un decreto illegittimo che estendeva l’immunità penale e amministrativa”
alle condotte “poste in essere dai commissari
straordinari e dai soggetti da lui delegati connesse
all’attuazione dell’Aia” e “delle misure previste nel Piano ambientale relativo
allo stabilimento Ilva”, comprese quelle “dell’affittuario o
acquirente”; e che allungava di ulteriori 18 mesi il termine
per l’attuazione del piano ambientale, “a suo tempo già
prorogato”.
Chi era nella illegalità? Lo Stato che stava a difendere l'azione anticostituzionale del governo Renzi; o chi manifestava e denunciava questa illegalità?
Non dimentichiamo che la Corte Costuìituzionale ha dichiarato illegittimo un altro decreto di Renzi che, a fronte di una morte di un operaio, fece a tamburo battente un decreto in cui - come viene detto nella sentenza della Corte Costituzionale - "il
legislatore (cioè il governo Renzi) ha finito col privilegiare in modo eccessivo l’interesse
alla prosecuzione dell’attività produttiva, trascurando del tutto
le esigenze di diritti costituzionali inviolabili legati alla tutela
della salute e della vita stessa... Rimuovere prontamente i fattori di pericolo per la salute,
l’incolumità e la vita dei lavoratori costituisce infatti
condizione minima e indispensabile perché l’attività produttiva
si svolga in armonia con i principi costituzionali...".
ED E' DI TUTTO QUESTO CHE LE LE LAVORATRICI E I LAVORATORI DELLO SLAI COBAS SC PROCESSATI DENUNCERANNO NELLE UDIENZE, perchè non abbiamo nulla da difenderci ma abbiamo mille ragioni per lottare, allora come oggi.
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