sabato 14 gennaio 2023

Dalla stampa locale la denuncia delle condizioni all'hotspot. Continuare fino a dare risposte a ciò che chiedono le migranti e i migranti

I migranti, soprattutto le donne, nella protesta di inizio settimana avevano chiesto di diffondere il più possibile illoro messaggoio con la loro denuncia sulle condizioni inaccettabili di detenzione, vita nell'hotspot; "Qui ci sentiamo come dei prigionieri... La liberta' è tutto":  https://fb.watch/hYg4YXGXpZ/

Lo Slai cobas ha cercato di diffondere il più possibile questo grido di protesta. Finalmente gli organi di informazione locale ne parlano. Ma non basta! Occorre non far calare il silenzio fino a risultati concreti.

Tutte le persone immigrate devono essere libere e la Prefettura deve accogliere degnamente i migranti rispettando tutti i loro diritti.

Per questo la mobilitazione deve continuare.

 
Da Il Quotidiano
 
«Ecco la situazione nell’hotspot».
 
 


 
Rappresentanti dello Slai Cobas nel pomeriggio di mercoledì si sono recati all’hotspot di Taranto: ne è emerso un quadro della struttura che dovrebbe svolgere un ruolo di transito per i migranti, in vista della loro ricollocazione. «Per la prima volta siamo potuti entrare nel centro, altre volte ci era stato vietato... c’è un problema grave di condizioni di alloggiamento» spiegano... Nei due giorni passati ci sono state continue proteste, soprattutto da parte delle donne per l’eccessiva durata della permanenza nell’hotspot... per la situazione inaccettabile dello stato dei servizi igienici: il numero dei bagni e delle docce è assolutamente insufficiente, ce ne sono appena 8, meno di un terzo almeno di quelli che sarebbero necessari a garantire un’igiene decente; per di più molti piatti doccia o water sono rotti o con gli scarichi otturati, quindi inservibili... La protesta è anche per i pasti che sono forniti dall’esterno, da una ditta che non ha un punto cottura a Taranto ma cuoce e invia i pasti da Bari...
I migranti «si sentono come in prigione, vogliono almeno avere la libertà di uscire e rientrare»... Ancora di più soffrono i minori non accompagnati, che non possono uscire se non di nascosto e che per il tempo che restano in hotspot non possono fare niente».

 

 

Situazione difficile all’hotspot
 

“...Nei due giorni passati ci sono state continue proteste, soprattutto da parte delle donne per l’eccessiva durata della permanenza nell’hotspot. L’assegnazione e i trasferimenti dei migranti in strutture esterne è lentissima, specie per gli adulti non accompagnatori di minori, che restano anche 40-60 giorni. Ma gia’ 4/5 giorni di permanenza, chiusi nell’hotspot, cominciano a diventare pesanti, pensiamo quando diventano tanti... "Intendiamo seguire la situazione e insistere verso la Prefettura per la soluzione dei problemi più urgenti, a sostegno della protesta dei migranti. Ma soprattutto è necessaria la “liberta’di corcolazione“. Su questo chiamiamo altri sindacati di base, associazioni, realta’ solidali a mobilitarci insieme. E invitiamo gli organi di informazione a dare voce ai bisogni e diritti dei migranti“.

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