I migranti, soprattutto le donne, nella protesta di inizio settimana avevano chiesto di diffondere il più possibile illoro messaggoio con la loro denuncia sulle condizioni inaccettabili di detenzione, vita nell'hotspot; "Qui ci sentiamo come dei prigionieri... La liberta' è tutto": https://fb.watch/hYg4YXGXpZ/
Lo Slai cobas ha cercato di diffondere il più possibile questo grido di protesta. Finalmente gli organi di informazione locale ne parlano. Ma non basta! Occorre non far calare il silenzio fino a risultati concreti.
Tutte le persone immigrate devono essere libere e la Prefettura deve accogliere degnamente i migranti rispettando tutti i loro diritti.
Per questo la mobilitazione deve continuare.
Situazione difficile all’hotspot
“...Nei due giorni passati ci sono state continue proteste, soprattutto da parte delle donne per l’eccessiva durata della permanenza nell’hotspot. L’assegnazione e i trasferimenti dei migranti in strutture esterne è lentissima, specie per gli adulti non accompagnatori di minori, che restano anche 40-60 giorni. Ma gia’ 4/5 giorni di permanenza, chiusi nell’hotspot, cominciano a diventare pesanti, pensiamo quando diventano tanti... "Intendiamo seguire la situazione e insistere verso la Prefettura per la soluzione dei problemi più urgenti, a sostegno della protesta dei migranti. Ma soprattutto è necessaria la “liberta’di corcolazione“. Su questo chiamiamo altri sindacati di base, associazioni, realta’ solidali a mobilitarci insieme. E invitiamo gli organi di informazione a dare voce ai bisogni e diritti dei migranti“.
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