lunedì 16 gennaio 2023

Il Decreto carburanti una presa in giro per le masse popolari, per i lavoratori: il carobenzina resta... ma il cittadino ne è reso consapevole...

Di seguito una nota che riporta una tabella delle famose "accise", chiaramente non eliminate, nessuna, dal governo Meloni.  

Ma il decreto carburanti, se ha per il momento ottenuto il congelamento dello sciopero dei benzinai, settore sociale base elettorale degli stessi partiti di destra, di FdI (che quindi ha un problema "in casa"), non affronta affatto la questione del carobenzina per le masse. 

Le cosiddette "novità": buoni benzina fino a 200 euro detassati nel 2023, il bonus trasporti, il ritorno dell'accisa mobile, l'obbligo per i gestori di esporre nei distributori cartelloni con il prezzo medio regionale dei carburanti, la possibilita' di vedere su una mappa dove si trova il distributore più economico, sono una presa per il c... I prezzi restano questi, ma il "cittadino ne è cosciente"...

NOTA

CON LE TASSE SULLA BENZINA SI FINANZIANO ANCORA LE GUERRE DI AGGRESSIONE DEL REGIMA FASCISTA

Il Presidente del Consiglio dei Ministri pro tempore, Giorgia Meloni, si è appena rimangiata una promessa elettorale: il taglio delle accise, ossia del ricavo dello Stato su ogni litro di carburante venduto alla pompa

Nonostante fosse presente, al punto diciassette – pagina ventisei – del programma elettorale di Fratelli d’Italia, adesso il capo del Governo sostiene di non aver mai fatto una promessa del genere, e si difende sostenendo che una tale misura sarebbe fattibile soltanto in presenza di maggiori entrate

La quarta carica dello Stato fa un’affermazione temeraria: se per poter ridurre le tasse sulla benzina occorre avere altri introiti, è del tutto pacifico che non si intende procedere a mantenere la parola data agli elettori; niente di nuovo, per carità, visto che sono decenni che la politica italiana funziona così.

Se per vedere diminuire il costo della benzina occorre aspettare che si trovino risorse altrove, è impossibile...

Chiarito questo crediamo sia utile presentare un prospetto che riassume le diciassette diverse motivazioni per la presenza di tasse esorbitanti sul carburante; crediamo che l'averle accorpate in una sola voce non ne diminuisca affatto il significato: i prezzi sono quelli del dicembre 2018, ossia Euro 1,573/litro per la benzina ed Euro 1,448 per il diesel.

    0,000981 euro: finanziamento per la guerra d’Etiopia (1935-1936)

    0,00723 euro: finanziamento della crisi di Suez (1956)

    0,00516 euro: ricostruzione dopo il disastro del Vajont (1963)

    0,00516 euro: ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze (1966)

    0,00516 euro: ricostruzione dopo il terremoto del Belice (1968)

    0,0511 euro: ricostruzione dopo il terremoto del Friuli (1976)

    0,0387 euro: ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia (1980)

    0,106 euro: finanziamento per la guerra del Libano (1983)

    0,0114 euro: finanziamento per la missione in Bosnia (1996)

    0,02 euro: rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri (2004)

    0,005 euro: acquisto di autobus ecologici (2005)

    0,0051 euro: terremoto dell’Aquila (2009)

    da 0,0071 a 0,0055 euro: finanziamento alla cultura (2011)

    0,04 euro: emergenza immigrati dopo la crisi libica (2011)

    0,0089 euro: alluvione in Liguria e Toscana (2011)

    0,082 euro (0,113 sul diesel): decreto “Salva Italia” (2011)

    0,02 euro: terremoto in Emilia (2012)

Essendo quasi tutte “tasse di scopo”, esse hanno esaurito il proprio compito: specialmente se si guarda a vecchi conflitti – ormai esauriti da tempo immemore – o a ricostruzioni che, in un Paese normale, dovrebbero essere già avvenute da decenni.

Bosio (Al), 16 gennaio 2023

Stefano Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova

 

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