Gli operai dell'Ilva non devono farsi incastrare in falsi discorsi sui numeri, sulle
modalità di applicazione della cig, sugli eventuali contratti di
solidarietà, o sulle garanzie per il dopo, ecc.
OGGI SERVE DIRO NO E BASTA,
SIA A CIG CHE A CONTRATTI DI SOLIDARIETA'.
Altrimenti gli operai saranno
sempre nelle mani di Ferrante che ha già dimostrato di non mantenere gli impegni e di prendere per fessi i lavoratori (era lui che diceva che gli
operai si potevano spostare in altri
reparti...); e i sindacati confederali
non hanno difeso prima e non difenderanno dopo!
Ne bisogna ora stare a
chiedere se ciò che fa e farà l'azienda è consentito dalla legge. Certo,
questo uso/abuso della cig sarebbe fuori legge (e faremo anche gli esposti)
ma non dimentichiamoci che abbiano un governo che ha già stravolto le leggi
per fare un decreto salva-Riva e che continuerà a difendere a spada tratta
gli interessi aziendali fin quando sarà in funzione; poi, il nuovo governo è
un "terno a lotto"... Fermo restando che al nuovo governo bisogna chiedere
di ritirare il decreto sull'Aia e di imporre difesa dei posti di lavoro,
niente cassintegrazione e rapida messa a norma, con gli operai
dentro.
Oggi, bisogna che a Taranto e a Roma arrivi forte e chiaro che
gli operai NON ACCETTANO che più della metà di loro per quasi tre anni sarà
fuori dalla fabbrica, senza esercitare alcuna forza, alcun controllo. Ma per
fare "arrivare" questa voce degli operai non bastano lamenti, minacce,
iniziative di pochi, ma il blocco della fabbrica, della città. Prima che
blocchino loro il lavoro per più di metà lavoratori, blocchiamoli
noi!
SLAI COBAS ILVA per il sindacato di classe
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