Mostra la contraddizione irrisolvibile, tra ciò che potrebbe essere fatto, già oggi, per impedire questi disastri o salvare vite umane, e questo sistema capitalista che invece usa il livello di sviluppo attuale e possibile delle forze produttive non per metterle al servizio delle masse popolari, per rendere non distruttivo il rapporto tra uomo e natura, ma unicamente per rafforzare il suo potere economico e politico, per fare profitti speculando sui territori, devastandoli, ponendosi in aperto contrasto con la natura (che di fatto distrugge, ma che alla fine - come scriveva Engels, si vendica); per destinare i fondi pubblici non per interventi a salvaguardia dei territori e delle popolazioni, ma alle banche, al sostegno ai grandi industriali, alle missioni di guerra, alle grandi opere speculative e di distruzione di altri territori.
Ma la tragedia di questi giorni, settimane, mesi mostra anche, e diremmo soprattutto, un'altra cosa:
il contrasto lampante tra tutto l'apparato, la mega macchina di questo Stato, governo che non riesce a salvare alcunchè, nè prima nè dopo, tra i capi di governo, ministri, partiti parlamentari che fanno dichiarazioni ipocrite a tragedie avvenute, e sempre più ravvicinate; e la grande forza, capacità, intelligenza, eroismo degli uomini che, come sta accadendo in questi giorni, si inventano mezzi, modi per arrivare comunque nelle zone piene di neve, spalano con le mani, riescono a salvare persone in condizioni impossibili.
Questo contraddizione sta ormai arrivata al suo punto letale e va affrontata e risolta. Liberandosi, con la rivoluzione delle masse proletarie e popolari, di questo sistema mortifero, morente.
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