Amianto, quasi 4000 tonnellate nell’Ilva di Taranto 13 gennaio 2017
L’amianto nell’Ilva di Taranto è ancora un problema, un grosso problema. Nello stabilimento questo pericoloso “killer” per la salute degli operai, messo al bando da una legge del ’92, è massicciamente presente. Al 30 giugno dello scorso anno se ne contano 3820 tonnellate, di cui 3700 di matrice friabile (quella più pericolosa perchè più facilmente si disperde nell’ambiente e può essere inalata) e 120 di matrice compatta.
Questi dati sono stati resi noti in un incontro tra azienda e sindacati svoltosi ieri.
Il 3 gennaio scorso la Fiom Cgil di Taranto ne aveva sollecitato lo svolgimento ricordando l’obbligo dei commissari Ilva di trasmettere entro il 31 dicembre 2016 al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del Mare la mappatura dei rifiuti pericolosi o radioattivi e del materiali contenente amianto aggiornata al 30/06/2016 ai sensi dell’art. 1 bis del decreto legge n. 98 del 09/06/2016. La relazione è stata consegnata il 27 dicembre scorso.
Oltre alla presenza di amianto è stato fatto il punto sull’attività di rimozione eseguita negli anni 2013-2015: 140 interventi in matrice compatta e 150 in matrice friabile. Sono state smaltite 409 tonnellate in matrice compatta e 1324,883 in matrice friabile. Tutti i dati sono stati trasmessi anche all’Asl di Taranto e alla Regione Puglia.
La Fiom Cgil, in una nota a firma di Giuseppe Romano e Francesco Brigati, della segreteria provinciale, ricorda di aver ripetutamente richiesto che “i Commissari, all’interno della relazione, facciano riferimento non solo alla mappatura e alle attività di bonifica già effettuate, ma anche al piano di bonifica, ai tipi e allo stato dell’amianto, ai procedimenti applicati per la bonifica, al numero e dati anagrafici degli addetti, alle caratteristiche degli eventuali prodotti contenenti amianto e alle misure adottate e in via di adozione ai fini della tutela della salute dei lavoratori e dell’ambiente, al fine di verificare la necessità di allontanamento dei lavoratori dalle fonti di rischio presenti nello stabilimento siderurgico. Ilva, durante la fase commissariale, ha indubbiamente dato un segnale di trasparenza e discontinuità rispetto alla gestione dei Riva sulla questione amianto, tuttavia riteniamo insufficienti le risposte fornite durante l’incontro odierno”.
I metalmeccanici della Cgil ribadiscono “la necessità di aprire un tavolo di confronto con il Governo, le istituzioni locali (Asl e Arpa), la Regione Puglia e i Commissari per verificare la corretta attuazione di tutte le misure necessarie alla tutela e salvaguardia della salute e sicurezza di tutti i dipendenti dello stabilimento Ilva di Taranto. Chiede inoltre delucidazioni ai Commissari riguardo alle modalità con cui saranno affrontati gli interventi di bonifica amianto durante la gestione commissariale, successiva alla cessione degli stabilimenti, ed esorta il Governo affinché si impegni a risolvere la questione relativa all’emergenza amianto all’ interno dello stabilimento di Taranto aprendo un tavolo di confronto con i Ministeri interessati”.
Viene sollecitato, infine, “un intervento dei parlamentari al fine di formulare un interrogazione per conoscere i dati riportati nella relazione commissariale e richiedere eventuali informazioni integrative in riferimento alle attività di bonifica di amianto nello stabilimento”.
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