La proroga di due anni del passaggio dello Stato al 60% di Acciaierie d'Italia, oggettivamente legata al mancato dissequestro degli impianti anche da parte della Corte d'Assise, viene considerata utile da ArcelorMittal, perchè in questo modo ha un tempo più lungo per fare gli interventi ambientali, e altrettanto dal Mise per garantire comunque la produzione d'acciaio, anche maggiore per effetto del blocco dell'importazione di acciaio a fronte della guerra Ucraina - la Morselli ha confermato di arrivare entro il 2022 ad una produzione di 5,7 milioni di tonnellate.
Di fatto è una decisione di permanenza dell'attuale grave situazione per i
lavoratori per quanto riguarda sia la cassintegrazione e quindi il taglio dei salari, sia lo stato della sicurezza e salute, ambiente; non c'è stato alcun cenno sul termine o riduzione della cassintegrazione, e pertanto l'aumento della produzione si farà con meno operai (oggettivamente ritenuti esuberi).
I sindacati confederali si lamentano ancora una volta. Ma dal riuscito sciopero e forte contestazione alla Morselli del 6 maggio non hanno fatto nulla, se non lettere, e di fatto imbrogliano i lavoratori facendo apparire il governo come superpartes, come interlocutore che deve risolvere i problemi in fabbrica e in città. Tutto Falso! Il governo è parte in causa! E non è neanche vero che "non fa niente", in realtà fa, ma solo gli interessi padronali.
Ora, a quasi un mese di distanza da quello sciopero, invece che assemblee tra i lavoratori e continuità della lotta, i sindacati confederali a metà giugno si riuniscono per "decidere nuove iniziative"...
Così hanno ingannato gli operai, hanno "ucciso" il 6 maggio! Sia verso padroni e governo, confortandoli nella loro tranquillità; sia verso gli operai che tornano inevitabilmente a pensare che non c'è possibilità di incidere nei rapporti di forza.
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LE POSIZIONI DI FIOM, FIM, UILM
(Da Corriere di Taranto)
I sindacati metalmeccanici si riuniranno il 15 giugno a Taranto per nuove iniziative di protesta
La Fiom nazionale: “Il Mise ha autorizzato i commissari alla firma della proroga fino al 31 maggio 2024 ed alla modifica del contratto con il gruppo siderurgico di Acciaierie d’Italia. La decisione del Ministro Giorgetti è l’ennesima presa senza confronto sul destino dei lavoratori dell’ex Ilva e sugli interessi generali del Paese di produrre ghisa e acciaio, a garanzia della piena occupazione e della realizzazione dell’ambientalizzazione. La scelta di rinviare avrà ulteriori ripercussioni sulle condizioni degli impianti, anche in termini di sicurezza, sulla cassa integrazione per i lavoratori del gruppo e sugli investimenti per assicurare il futuro dell’industria e la transizione ambientale. L’ex Ilva è una questione nazionale su cui è necessario che sia la Presidenza del Consiglio a garantire il confronto. È per tali ragioni che abbiamo convocato una riunione a Taranto il 15 giugno, insieme a Fim e Uilm e ai delegati di tutti gli stabilimenti del gruppo, per rilanciare l’iniziativa sindacale”
La Fim Cisl nazionale - “La decisione assunta da Acciaierie D’Italia, Governo e Arcelor-Mittal di rinviare di due anni l’ingresso definitivo dello stato al 60% è una decisione che prende tempo e continua a lasciare sul campo incertezza sulla fase gestionale. Oggi invece abbiamo bisogno di fare chiarezza sul rilancio della società e sulla produzione e ambientalizzazione. Per questo si rende ancora più urgente che il sindacato sia convocato e ascoltato dal Governo e dall’azienda per poter rappresentare chiaramente cosa può capitare già a partire dal mese prossimo. Abbiamo bisogno che questo periodo che abbiamo davanti, porti concretamente a più investimenti, più produzione e meno cassa integrazione. Avere oggi a che fare con una situazione di cassa integrazione straordinaria senza un accordo sindacale è una lacuna che va assolutamente colmata. C’è la necessità di cogliere le occasioni di rilancio del mercato della siderurgia, che questa fase sta offrendo. Il coinvolgimento del sindacato, in questa vertenza non è un punto secondario, deve essere l’attenzione che governo e l’azienda devono mettere in campo nei prossimi giorni. Anche per questo motivo che insieme a Fiom e Uilm saremo a Taranto il prossimo 15 giugno".
La Uilm nazionale - “La cassa integrazione straordinaria – continua – che noi non abbiamo firmato, ma che il ministero del Lavoro ha concesso doveva traguardare a un anno, ma qui si parla di una proroga di due anni. Cosa comporterà per i lavoratori? La cosa certa è che ancora una volta si compiono scelte incoscienti che non tengono conto di quello che stanno vivendo proprio i lavoratori e i cittadini. Lo stabilimento di Taranto non può reggere al peso di queste incertezze per altri due lunghi anni. Il Governo dovrebbe solo chiedere scusa per il modo in cui sta gestendo l’ex Ilva, con il rischio di mandare all’aria qualsiasi progetto di risanamento ambientale e di salvaguardia produttiva e occupazionale. Adesso – conclude Palombella – pretendiamo di conoscere una volta per tutte le intenzioni reali di Giorgetti e del Governo e per quanto ci riguarda siamo pronti a mettere in campo tutte le iniziative necessarie per ottenere le risposte che attendiamo ormai da troppi anni”.
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